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13 gennaio 1752, nasce Eleonora, martire della libertà

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Accadde in Italia, quando l’Italia non c’era… Ma le donne intelligenti, colte, moderne e coraggiose c’erano. Ci sono sempre state. Tra queste, spicca Eleonora de Fonseca Pimentel, nata a Roma il 13 gennaio 1752, impiccata a Napoli il 20 agosto 1799. Di famiglia portoghese, ma italiana per nascita e vocazione, diresse il Monitore Napoletano, organo ufficiale dei patrioti che nel 1799 crearono la Repubblica Partenopea, e pagò con la vita la sua passione politica. Nell’ottobre del 1798 Eleonora fu incarcerata con l’accusa di giacobinismo. Fu liberata dopo qualche mese dai “lazzaroni”, che avevano aperto le carceri per avvalersi dell’aiuto dei delinquenti comuni. Fu una protagonista della vita politica della Repubblica (della quale salutò l’avvento scrivendo l’Inno alla Libertà). I suoi tentativi di renderla popolare in realtà non ebbero successo. Eleonora era troppo moderna per l’epoca. La vendetta dei Borbone fu implacabile, quando la Repubblica, nel giugno del 1799, fu rovesciata e la Monarchia fu restaurata. Eleonora fu impiccata, insieme al principe Giuliano Colonna, all’avvocato Vincenzo Lupo, al vescovo Michele Natale, al sacerdote Nicola Pacifico, ai banchieri Antonio e Domenico Piatti, a Gennaro Serra di Cassano il 20 agosto 1799 a soli 47 anni nella storica Piazza Mercato. Salì al patibolo citando Virgilio.