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Cristina Comencini allo Jovinelli di Roma con “Due partite”: storie di donne che crescono

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In scena, dal 12 al 29 novembre, allo Jovinelli “Due partite” di Cristina Comencini. Una storia di cambiamento e di identità; storia di una femminilità divenuta e non più diveniente.

Nel primo atto quattro donne, molto amiche tra loro, giocano a carte e parlano in un salotto. Si ritrovano lì ogni settimana. Nella stanza accanto le loro figlie giocano alle signore, si ritrovano anche loro ogni volta che si incontrano le loro madri. Nel secondo atto le quattro bambine sono diventate ormai delle donne che si vedono nella stessa casa e continuano quel dialogo, interrotto e infinito, sui temi fondanti dell’identità femminile. Sono le stesse attrici che avevamo visto interpretare il ruolo delle madri. Gli eventi che tengono unite queste donne, sono i più naturali e significativi dell’esistenza: la nascita e la morte. La conversazione procede tra di loro con un ritmo incalzante, tragico e comico al tempo stesso, e in questo flusso di pensieri e parole le loro identità si confondono e si riflettono in quelle delle loro madri, in una continua dinamica di fusione e opposizione, come in un gioco di specchi deformanti.

«La commedia lavora su diversi livelli – spiega la regista -, è un meccanismo perfetto che alterna momenti di comicità a momenti di vera e propria commozione, ma quello che più mi colpisce è un altro aspetto, fondamentale a teatro, che è quello fantastico, fantasmatico». «Le protagoniste di questa storia sono donne che si proiettano madri – spiega Comencini -, madri che immaginano come saranno le loro figlie, figlie che hanno assunto, mangiato e digerito le proprie madri per farsi donne autonome, diverse, opposte, e sorprendentemente vicine». Queste bambine che «non vediamo mai – conclude – e il loro perenne struggimento della crescita sono l’anima di questa commedia».