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Fitzcarraldo, quando i detenuti salgono sul palco. All’Argentina il 7 dicembre

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Nell’ambito del Festival dell’Arte Reclusa (Direzione Artistica Laura Andreini Salerno e Fabio Cavalli e la collaborazione artistica di Valentina Esposito), sarà in scena lunedì 7 dicembre alle ore 21,00 presso il Teatro Argentina, lo spettacolo FITZCARRALDO, drammaturgia e regia di Laura Andreini Salerno e Valentina Esposito. Protagonisti i detenuti attori del Teatro Libero di Rebibbia – Reparto G8.

Lo spettacolo racconta l’epopea dell’avventuriero irlandese Brian Sweeny Fitzgerald, detto Fitzcarraldo, vissuto tra fine dell’800 e i primi del 900, che perseguì il folle progetto di costruire un teatro dell’Opera in mezzo alla foresta amazzonica. Spinto da questo irrinunciabile sogno, il temerario imprenditore ingaggia un equipaggio di squattrinati marinai alla ventura. L’impresa li porta attraverso territori ancora inesplorati e diventa subito romanzo picaresco, letteratura di viaggio, tra epica e teatro. In un mondo primitivo ancora pieno di mistero, la voce di Enrico Caruso si diffonde attraverso un vecchio grammofono che viaggia lungo il fiume come fosse la polena del battello a vapore che li trasporta. La musica incanta tutti, nativi e avventurieri, inaspettato lenimento alla durezza di una vita in una terra ostile nella quale, narrano i miti indigeni, Dio stesso ha lasciato incompiuta la sua opera di creazione. Tra invenzione letteraria e biografia storica, i detenuti attori protagonisti raccontano la precarietà di una vita sempre a rischio tra lo sbando e l’avventura ma anche l’umiltà e la capacità di saper scommettere sull’ignoto. L’ossessione di un visionario diventa sogno condiviso. Citando Herzog, che alla vicenda di Fitzcarraldo dedicò il celebre film del 1982, possiamo davvero affermare che “i grandi sogni muovono le montagne”. Metafora dell’aspirazione a contaminare un luogo ancora per tanti versi “inesplorato” come il carcere, attraverso la poesia e la bellezza.

FESTIVAL DELL’ARTE RECLUSA
Da oltre un decennio il Carcere di Rebibbia Nuovo Complesso ha “aperto” le porte alla Città con un Festival di spettacolo che trasforma la “Città Dolente” in un luogo di promozione culturale per artisti, attori, musicisti, autori, cittadini reclusi e cittadini liberi. La Ribalta – Centro Studi Enrico Maria Salerno coordina il progetto sotto la direzione di Laura Andreini Salerno e Fabio Cavalli, con la collaborazione artistica di Valentina Esposito.
In accordo con il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e la Direzione della C.C. Roma Rebibbia N.C., si offrono ai cittadini reclusi laboratori di formazione e corsi di specializzazione ai mestieri dello spettacolo. Al pubblico si propone un ricco Cartellone fra teatro, musica, cinema che ha trasformato Rebibbia N.C. in uno dei principali teatri della Capitale per qualità della proposta artistica ed affluenza di pubblico (oltre 10.000 spettatori ogni anno).
I detenuti – attori della Compagnia del carcere romano di Rebibbia N.C. lasciano il teatro del penitenziario per debuttare sulle tavole di un palcoscenico “libero”: quello dell’Argentina.
​L’evento è di straordinaria rilevanza etica e artistica. E’ un premio straordinario per l’impegno e la serietà del lavoro dei detenuti – attori, per l’eccellenza artistica raggiunta dal Teatro di Rebibbia, per lo sforzo organizzativo congiunto del Teatro di Roma e del Centro Studi Enrico Maria Salerno.
La Direzione di Rebibbia N.C., il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e la Magistratura di Sorveglianza operano con straordinaria determinazione per il realizzarsi dell’evento. Il Corpo della Polizia Penitenziaria offre come sempre una eccezionale prova di disponibilità nel fornire ogni garanzia al più sereno svolgimento della manifestazione.