Ricca di appuntamenti la giornata al festival dei Giardini della Filarmonica (via Flaminia 118) dedicata alla millenaria cultura persiana, mercoledì 30 giugno, un viaggio fra antico e contemporaneo, passando per l’arte, la letteratura, la musica e il teatro.
Ad aprirla la mostra Piccole canzoni nostalgiche della giovane artista Houra Farzaneh (Sala Affreschi ore 18). Houra ha studiato a Teheran con i migliori artisti del suo paese, fra cui Aydin Aghdashloo e Mehrdad Khataei, laureandosi nel 2008 in scultura all’Università di Teheran, perfezionatasi poi in decorazione all’Accademia di Belle Arti a Roma nel 2020.
Segue in Sala Casella (ore 18.30) un incontro omaggio a Bahman Mohasses (1931-2010), intellettuale poliedrico e controverso, scultore e pittore, regista teatrale e traduttore di opere letterarie, figura di spicco del Novecento persiano e non solo. A Teheran, dove studiò all’Accademia di Belle Arti, partecipò attivamente ai movimenti di avanguardia entrando a far parte dei maggiori circuiti artistici del tempo. Dopo la rivoluzione islamica nel ‘79, il nuovo regime distrusse quasi tutte le sue opere pubbliche (commissionate dall’ultimo governo dello Scia Pahlavi), accusate di blasfemia, con l’intento di cancellare ogni traccia del passato artistico più prossimo. Per Mohasses un dolore fortissimo, che lo portò a distruggere personalmente molte delle sue stesse opere. L’artista si legò molto all’Europa e all’Italia. Nel 1954 si trasferì a Roma, dove studiò all’Accademia di Belle Arti. Numerose poi le mostre collettive e personali alla Biennale di Venezia, a Parigi, e i contatti con i principali intellettuali del vecchio continente. A distanza di 11 anni dalla scomparsa, lo ricordano in quest’occasione la regista Mitra Farahani, la storica dell’arte Helia Hamedani, la giovane ricercatrice Mitra Hematpour e Parisa Nazari per l’Associazione “Donne per la dignità”. Arricchiscono l’incontro gli interventi in video dello storico dell’arte e curatore Morad Montazami e Ali Dehbashi direttore della rivista Bukhara.
La seconda parte della giornata si svolgerà nei Giardini, con la performance teatrale Khoday Namak (Il libro degli dei) (ore 20) che trae spunto dal leggendario libro persiano le cui fonti sono andate disperse (sul palco Ali Shams, Magali Steindler, Parisa Nazari con i fratelli Reza e Hamid Mohsenipour per la parte musicale), e a seguire (ore 21.30) Toranj (L’albero della vita) concerto di musica classica persiana con gli strumenti tradizionali del santour e kamancheh affidati rispettivamente a Vahid Hajihosseini e Hosna Parsa kamancheh con l’apporto delle percussioni di Paolo Modugno.
La giornata è realizzata in collaborazione con Alefba, rivista culturale “Bukhara”, Fuorilinea editore.