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Museo del Sax: Woody Allen Movie Music, da Bach al ‘900

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Il primo week-end di luglio al Museo del Saxofono, la rassegna “Fai bei suoni”, propone due concerti dedicati rispettivamente alla musica jazz e alla classica.

 

Sabato 3 luglio è di scena la formazione di Luca Velotti, ovvero l’ancia elegante del jazz italiano, leader storico dell’orchestra di Paolo Conte, in un originale omaggio alla musica dei film di Woody Allen, riarrangiati dallo stesso Velotti e interpretati insieme a Michele Ariodante, Vincenzo Florio e Carlo Battisti. Un percorso che ripercorre molti brani del repertorio di Cole Porter, Jerome Kern, George Gershwin, Duke Ellington, Coleman Hawkins, Sidney Bechet, Benny Goodman e Louis Armstrong, solo per citarne qualcuno. Lo stesso Velotti spiega la genesi di tale progetto: “Durante il lockdown noi musicisti eravamo fermi a casa, senza sapere quando saremmo potuti tornare a suonare dal vivo. In quei giorni mi è venuta voglia di rivedere i film a cui sono più affezionato e che mi accompagnano da tanti anni. Un cinema che è un meraviglioso antidoto anche contro la noia e la tristezza del periodo che abbiamo passato.  Quando andiamo a vedere un suo film sicuramente sappiamo già che sarà un meccanismo perfetto, una ricetta con ingredienti eccezionali: una trama di ferro, set interessanti, un po’ questioni filosofiche, tante battute esilaranti, attori formidabili e per noi amanti del jazz una certezza, quella di scoprire di film in film le esecuzioni più emozionanti delle nostre canzoni preferite. E così, adesso che siamo liberi di suonare e stare insieme sono felice di condividere con voi queste canzoni, molte le riconoscerete,  sono nelle colonne sonore di “Radio Days”, “Zelig”, “Manahattan”, “Io e Annie”, “Accordi e Disaccordi”, “Midnight in Paris,” e comunque, come direbbe Woody Allen “ tutte canzoni che ti insegnano a amare la musica”.

 

Domenica 4 luglio il repertorio proposto dall’ensemble Le ance semplici è invece dedicato ad un ampio panorama di compositori, tra cui Bach, Rossini, Mendelssohn, Weber, Saint-Saëns, Rabaud, Absil e Beethoven. Il progetto “Da Bach al ‘900” compie un tragitto musicale europeo che passa da Francia, Germania, Belgio e Italia affidandosi a un solo linguaggio, le note del clarinetto, unico strumento a fiato insieme al saxofono, che può realizzare una gamma infinita di sfumature, pianissimi appena sussurrati oppure fortissimi “urlati ai quattro venti” e tutto questo per merito dell’ancia. La piccola linguetta di canna che, con la sua vibrazione a contatto con l’imboccatura, permette la creazione del suono. Croce e delizia degli strumenti a fiato, insieme all’imboccatura, costituisce l’elemento più importante nella produzione del suono. Elemento particolare, prezioso e delicato ad un tempo rappresenta il punto critico in cui il musicista inizia a compenetrarsi con il suo strumento e realizza la sua massima potenzialità artistica determinando la tipologia del timbro prodotto dallo strumento.