Home eventi Osare l’inosabile… Quella notte D’Annunzio, a Buccari…

Osare l’inosabile… Quella notte D’Annunzio, a Buccari…

1902

“In onta alla cautissima Flotta austriaca occupata a covare senza fine dentro i porti sicuri la gloriuzza di Lissa, sono venuti col ferro e col fuoco a scuotere la prudenza nel suo più comodo rifugio i marinai d’Italia, che si ridono d’ogni sorta di reti e di sbarre, pronti sempre a osare l’inosabile. E un buon compagno, ben noto – il nemico capitale, fra tutti i nemici il nemicissimo, quello di Pola e di Cattaro – è venuto con loro a beffarsi della taglia”.

Si sa, Gabriele D’Annunzio non disdegnava la retorica. Ma neppure l’azione. Vola su Vienna e affronta il mare. Al quale affida queste parole nella notte tra il 10 e l’11 febbraio 1918. È la beffa di Buccari, l’incursione militare effettuata contro la flotta austro-ungarica nella baia di Buccari (la croata Bakar), realizzata da incursori della Regia Marina sui MAS, motoscafi veloci d’assalto. Nonostante le limitate conseguenze materiali, la beffa ebbe l’effetto di risollevare il morale dell’Italia, dopo la disfatta di Caporetto. Anche nella Grande Guerra la propaganda aveva il suo peso. Le unità designate all’operazione furono il MAS 94 (con il sottotenente di vascello Andrea Ferrarini), il MAS 95 (tenente di vascello Profeta De Santis), e il MAS 96 (capitano di corvetta Luigi Rizzo) con a bordo il comandante di missione capitano di fregata Costanzo Ciano e Gabriele D’Annunzio. Alle 01:20 dell’11 febbraio i MAS lanciarono i loro siluri; il MAS 95 contro l’albero di trinchetto e al centro sotto il fumaiolo del piroscafo 4; il MAS 94 lanciò un siluro al centro del piroscafo 2 e al centro del piroscafo 3, mentre il MAS 96 lanciò due siluri al fumaiolo di cui uno esplose. Dei sei siluri lanciati solo uno esplose, a dimostrazione che le unità erano protette da reti antisiluranti e che lo scoppio del secondo siluro del MAS 96 indicava la probabile rottura della rete col primo siluro che consentì la penetrazione del secondo. Allo scoppio del siluro l’allarme fu immediato e i MAS presero subito la via del rientro e, giunti al punto di riunione prestabilito, rientrarono ad Ancona. Le unità italiane riuscirono a riguadagnare il largo tra l’incredulità dei posti di vedetta austriaci che non credettero possibile che unità italiane fossero entrate fino in fondo al porto e che non reagirono con le armi, ritenendo dovesse trattarsi di naviglio austriaco. Tre bottiglie tricolori furono lasciate su galleggianti nella parte più interna della baia di Buccari, con all’interno il messaggio scritto da D’Annunzio.