Ieri , presso la libreria Farhenheit 451 di piazza Campo de’ Fiori è stato presentato il volume Realismo, Neorealismo e altre storie ( Mimesis Edizioni ) di Emanuela Garrone.
Il volume tratta , attraverso un approccio decisamente inedito e suggestivo, la finestra temporale che intercorre tra il 1945 e il 1953 : gli anni della ricostruzione culturale , economica e civile dell’ Italia , utilizzando la lente e le cifre delle arti per meglio intendere lo spirito dei tanto dibattuti e ricorrenti anni di storia.
L’autrice decifra e analizza i tratti dominanti del dopoguerra italiano , dal mito “americanista” all’adesione spesso combattuta e sofferta al marxismo da parte degli intellettuali di allora .
Tra Cesare Pavese, Elio Vittorini e Italo Calvino si delineano i tratti fondamentali di incontro e di scontro tra le correnti e le coscienze personali , in un paese in cui il ruolo delle case editrici ( prima fra tutte Einaudi ) era preponderante e di fondamentale importanza per costruire e delineare un futuro per il paese reduce dal ventennio fascista . Vi è poi spazio per l’apertura alla cultura angloamericana e alle relative implicazioni di scoperta di “nuovi mondi ” lontani dal nostro ; le traduzioni di autori come Hermman Melville , William Faulkner e John Steinbeck dimostrano proprio l’apertura degli intellettuali italiani ( con le loro diversità e difficoltà all’allineamento a pensieri dominanti ) a un mondo che sembrava almeno aprirsi all’esterno , oltre i confini del sé.
Nel libro sono presenti poi argomentazioni sull’arte figurativa di artisti quali Giorgio Morandi e Renato Guttuso, rappresentanti fondamentali dell’arte italiana del dopoguerra.
Si analizza il pensiero di Giulio Carlo Argan ( secondo il quale bisogna individuare in Paul Cèzanne l’inizio della modernità in pittura ) e di Carlo Ludovico Ragghianti in relazione all’arte del paese in ricostruzione ; anche qui troviamo legami forti e saldi ad avventure artistiche come quelle di Jackson Pollock e Pablo Picasso, che scopriamo essere incredibilmente legate alle nostre .
Tra Astrattismo e Realismo insomma ci troviamo ad attraversare un paese da ricostruire , fatto di strade e corpi ricchi di sofferenza e vigore speranzoso , colto e reso esauriente dagli intellettuali e dagli artisti. Tra ossessioni viscontiane e ladri di biciclette , leggendo questo volume , possiamo cercare di capire ancora qualcosa in più rispetto ad uno dei certamente più complessi periodi della storia del nostro paese .Uno di quei periodi in cui attraverso la sofferenza , la speranza e la tangibilità di una nuova vita si affacciavano verso di noi forme e linguaggi inediti dell’arte , ed è proprio attraverso l’arte che l’autrice dispiega la complessità della storia.
Marco Natola