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Sala Umberto, inizio di stagione coi fiocchi grazie a “Un coperto in più”

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Apertura di gran gala al teatro Umberto di Roma. Stagione al via, quindi, con grandi nomi tra il pubblico.

Tutti in sala per applaudire “Un coperto in più”, commedia del ’72 di Maurizio Costanzo, interpretata da Maurizio Micheli, Vito, Loredana Giordano e Alessia Fabiani. In cartellone dal 15 settembre.

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Sotto la direzione di Gianfelice Imparato, grande attore di teatro e di cinema, il lavoro diventa armonioso. Il regista scolpisce una recitazione ironica, che con stile e garbo conduce due interpreti molto amati e apprezzati dal pubblico: Maurizio Micheli e Vito. «Mi sono attenuto al testo originale di Costanzo e alle sue peculiarità – spiega il regista Gianfelice Imparato – dall’umanità raffinata e con una vena amara che la percorre tutta. Andava benissimo così come era scritta. Non c’era bisogno di attualizzarla perché ha una sua attualità nei sentimenti umani e nella solitudine dei due protagonisti, che sono uguali negli anni Settanta come nel 2015. Le emozioni non cambiano».
Una commedia non scevra da sottintesi e malinconica. Una commedia che ancora oggi, a quarantatré anni di distanza dalla prima, dice qualcosa. Certamente non di politicamente rilevante, sebbene i riferimenti ai “comunisti ricchi” qualcosa ancora oggi la sussurrino. Ma ci dice qualcosa ancora oggi quando si inabissa, con leggerezza, nel mondo variegato di una solitudine ricercata. Una solitudine dello spirito prima che della carne. Quindi, solitudine, ironia, ma anche tenerezza e amicizia sono i temi, anzi le travi dell’impalcatura di questa commedia.
Una commedia sottile, che si insinua nelle pieghe di una lettura psicologica del sociale, quando rileva nei caratteri dei singoli personaggi un fenotipo tipico di ogni individualità umana. Il ladro con un’etica, il burbero buono, la donna interessata e la donna pavida.
Gli attori tengono il palco in maniera eccellente, consigliando al pubblico la risata. Non forzandola mai, anzi invitando gli spettatori più a un sorriso al posto di una scomposta risata. La commedia si gusta con serenità, bene. E lascia in bocca un retrogusto un po’ amaro sul finale che, come si vedrà, lascia più domande che risposte…