Il 22 Luglio all’Arco di Malborghetto a Roma, nell’ambito della XVI Edizione Teatri di Pietra del Lazio, andrà in scena “FEDRA. DIRITTO ALL’AMORE”, produzione del Festival dell’Eccellenza al Femminile – Compagnia Schegge del Mediterraneo con la regia di Consuelo Basilari, testo originale di Eva Cantarella. A interpretare il ruolo di Fedra è la straordinaria Galatea Ranzi.

«La Nuova Fedra nella trasfigurazione della morte – afferma Consuelo Barilari – diventa simbolo della libertà e paladina del Diritto universale all’Amore. Nasce dal cambiamento, ovvero dalle ceneri della Fedra prigioniera della classicità. Il risultato è un’operazione molto attuale. Nel tentativo di visualizzare emotivamente l’interiorità dell’eroina tragica di Euripide, si raccolgono i retaggi della più moderna visione poetica della classicità. La tecnica delle proiezioni e del multimediale supporta la drammaturgia del testo classico con un nuovo livello di linguaggio che si intreccia e si compenetra con la parola».

Quella interpretata da Galatea Ranzi è una Fedra profondamente moderna. L’eroina del teatro greco, moglie in seconde nozze di Teseo e travolta dalla passione fatale per il giovane figliastro Ippolito, diviene, in questa trasposizione, una donna consapevole, tormentata, ribelle e determinata nella trasgressione, pronta a sfidare nella ricerca della libertà, la condanna della famiglia e della società.

Passione e intelligenza spingono la “luminosa”, questo il significato letterale del nome, a trasgredire: il cambiamento rappresenta l’esigenza primaria cui risponde con il proprio istinto. Non meno moderna e dirompente della scrittura è la messa in scena ideata dalla regista Consuelo Barilari, Direttore Artistico del Festival dell’Eccellenza al Femminile, che si ispira all’atmosfera del cinema “noir” e che colloca Fedra, l’eroina di Euripide, in un’altra dimensione, creando un nuovo immaginario stile anni Sessanta, tra raffinatissime toilettes e pettinature platinate.

Bellissima e misteriosa, amata e rispettata, Fedra ha fama, ricchezza, potere, è una diva, tormentata, forte e al contempo fragile, rimandando a personaggi come Jacqueline Onassis, Grace Kelly, Maria Callas. Le sovrapposizioni visive e sonore che si fondono con la recitazione permettono a Fedra di immedesimarsi nei vari personaggi della tragedia. In scena oggetti, simbolo d’amore e morte, realizzati come installazioni d’Arte: un sofà ispirato a Savinio e una vasca da bagno in ghisa, originale del 1912. Fedra intravede attorno a sé i fantasmi dei personaggi del dramma, confonde la propria immagine in un gioco di luci e ombre, tra Mito e contemporaneità.Fedra Galatea Ranzi2