Home eventi Un’opera rock al Costanzi di Roma. Arriva l’ultima fatica di John Adams

Un’opera rock al Costanzi di Roma. Arriva l’ultima fatica di John Adams

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Riparte, prima del previsto, la stagione del Teatro Costanzi. Il sipario si alza quindi, dopo la pausa estiva, su una prima italiana di tutto rispetto: “I was looking at the Ceiling, and Then I Saw The sky”. Una song play in due atti di John Adams, compositore premiato nel 2003 con il Premio Pulitzer, prodotto dal Teatro Chatelet di Parigi.

Carlo Fuortes, il Sovrintendente, presentando l’opera, sottolinea gli ottimi risultati della stagione estiva appena conclusa. «Il teatro sta vivendo un momento molto positivo – ha spiegato Fuortes -; abbiamo chiuso una stagione ottenendo ottimi risultati, come l’aumento del 60% di vendite, un incasso di tre milioni euro e 72mila spettatori».

Il teatro ha varie anime, ha spiegato Fuortes, e tutte queste convergono verso una modernità artistica da valorizzare: «il teatro d opera è un genere assolutamente contemporaneo», mentre «chi lo pensa in modo tradizionale sbaglia. È contemporaneo quando fa opere tradizionali con linguaggio moderno, e non solo quando fa opere contemporanee».

«L’opera è particolare». Dice Fuortes. «È un musical, una cosa che in questo teatro è stata fatta poco, composto sulla tipica musica di Adams, minimalista, con forti richiami al jazz, al rock e al blues, un mix interessante».

La regia di Giorgio Barberio Corsetti è profondamente coinvolgente. «Con l’uso di nuove tecnologie, che producono una infinità di generi». Una storia molto particolare, intrecciata, quasi un ricamo. Come spiega il regista: «L’opera è fatta di tanti quadri, canzoni diverse con un proprio stile, che raccontano la storia dei personaggi, che sono personaggi che si incrociano a Los Angeles contemporanea». Corsetti ha lavorato con un gruppo di artisti video delle Officine K; insieme, per ognuna delle arie che compongono il flusso musicale del lavoro di Adams, hanno creato un mondo di immagini diverso, a se stante; e con queste immagini hanno riempito la scenografia con una animazione grafica e pittorica «che racconta il mondo e i sogni fantasmatici della Los Angeles dell’anima».

La direzione dell’opera è affidata al maestro Alex Briger. «E’ veramente incredibile vedere come Adams abbia fuso vari stili musicali – spiega il direttore -. Tutto, da Michael Jackson ai Pink Floyd è compreso nella partitura». «La grande difficoltà sta nel vedere la facilità con la quale Adams stesso ha reso complicato suonare proprio Jackson e i Pink Floyd». Insomma, «è complicato per i cantanti, per me come direttore, ma non per gli ascoltatori, infatti come tutti i lavori di Adams, all’ascolto sembra molto semplice. Ma è fantastica come musica, tutti la amano. Per le giovani generazioni è un’esperienza molto significativa».