I cento volti del medioevo è il titolo dell’intervento con cui Franco Cardini aprirà il Festival del Medioevo, l’appuntamento culturale ospitato a Gubbio dal 30 settembre al 4 ottobre. Tanta abbondanza suona come un invito ad aggiungere almeno un modo di sognare l’“età di mezzo” ai dieci rintracciati da Umberto Eco. Tanto più che anche la redazione di B in Rome ha da ieri tra le mani quell’anonimo manoscritto dietro il quale il celebre semiologo si è celato per dare sfogo alla sua duplice passione per la scrittura e per ciò che è avvenuto tra la fine dell’impero romano e la scoperta dell’America. Certo, il documento in nostro possesso non ha il valore letterario di quello di Adson de Melk o di Baudolino da Alessandria, trattandosi di una serie di annotazioni, per giunta ampiamente lacunose, stese in latino da un anonimo novizio. Eppure ha il merito di portarci da Roma a Gubbio insieme a un gruppo di intellettuali della metà del XIV secolo. L’iniziativa del viaggio non è infatti del solo scrivente. Certo, lui deve giungere alle porte di Eugubium per incontrare il padre adottivo, assoldato nelle sue truppe dal fuoriuscito Jacopo Gabrielli, che abbisogna di un precettore per uno dei suoi figli inconfessati avuti al di fuori del matrimonio, rimasto con la madre entro le mura cittadine. Ma fino ad Assisi è solo uno degli accompagnatori del suo ormai anziano maestro, Fioravante da Perugia, deciso a ritirarsi dopo anni di onorata carriera nel vivace ambiente culturale di San Francesco del Monte, fuori porta Sant’Angelo. A scortarlo è una nutrita rappresentanza dei suoi ultimi studenti provenienti dl nord d’Italia e d’Europa, diretti ognuno verso una diversa città universitaria. Sono stati questi a decidere di omaggiare l’artefice della loro formazione scortandolo lungo il percorso compiuto tante volte da Francesco d’Assisi, di cui vestono il saio.
Nel corso del viaggio l’anonimo scrivente ferma sulla carta il ricordo di sette giorni di peregrinazioni attraverso tappe probabilmente già stabilite in partenza, alcune delle quali solo congetturabili. Una registrazione in presa diretta di cui esiste forse da qualche parte una memoria stilata con più agio in quel di Gubbio, meta di un viaggio destinato a riprendere qualche mese dopo alla volta del più celebre studio teologico del tempo, quello di Parigi. Sta di fatto che noi possediamo una sorta diario di viaggio in cui vengono registrate esperienze immediate e riflessioni, incontri e intoppi, conversazioni e silenzi, nuove amicizie e vecchi usi e costumi. E che non mancheremo di pubblicare nei prossimi giorni. Oltre a fornire preziose informazioni sulle strutture viarie, logistiche e strumentali utilizzate nel viaggio, nonché sui vari episodi legati al suo svolgimento, l’anonima cronaca offre infatti la possibilità di aprire il tema del trasferimento da un luogo all’altro alla molteplicità degli atteggiamenti e delle motivazioni che spingevano a viaggiare due antesignani dei Cardini e delle Frugoni, dei Bartoli Langeli e dei Delarun, dei Menestò e dei Barbero, nonché di quanti si metteranno in moto per seguirne gli interventi nel corso della prossima manifestazione eugubina.
(1 – continua)
Info: www.festivaldelmedioevo.it
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