Saranno due i concerti del Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia che torna protagonista sul palco della Sala Santa Cecilia (Auditorium Parco della Musica di Roma, sabato 22 maggio) diretto da Piero Monti. Nel primo appuntamento, alle ore 17, il Coro presenta un programma dal titolo “Un italiano a Parigi: Rossini & C.” con musiche di Rossini, Meyerbeer e Gounod mentre nel secondo, alle ore 19.30, dal titolo “Vienna VS Budapest. Johannes Brahms, valzer e czarde” un programma con musiche di Brahms.
Alcuni dei brani del primo concerto fanno parte dei Péchés de vieillesse di Rossini (Peccati di vecchiaia, 150 pezzi vocali e strumentali composti tra il 1857 e il 1868) e rappresentano uno spaccato della personalità umana e artistica del compositore, un ironico autoritratto di un uomo a cui la gloria aveva riservato i massimi onori ma che si era consapevolmente ritratto dalla ribalta raccogliendo un suo personalissimo diario musicale. Sono musiche destinate a un uso “domestico” e testimoniano la sua vena compositiva non sopita, lo sguardo attento al mondo musicale circostante. Tradizione e innovazione, passato, presente e anche futuro percorrono queste composizioni. Tra le cantate da camera si ascrivono i due brani (dal primo volume dei Péchés: Album italiano) La Passeggiata e i Gondolieri per coro e pianoforte come anche la Nuit de Noël, dal secondo volume denominato Album français. La vena ironica si ritrova invece nei brani pianistici Un petit train de plaisir, descrizione di un viaggio in treno con le sue fermate, il deragliamento fino a prefigurare il corso del destino delle anime dei viaggiatori, ma ancora di più nel Petit Caprice (Style Offenbach) nel quale Rossini ironizza sulla fama “iettatoria” del collega Offenbach, che pure stimava ma al quale non perdonò di avere parodiato un coro dal suo Guillaume Tell. Nel Petit Caprice si richiede infatti all’esecutore di usare, a mo’ di corna, i soli indici e mignoli delle due mani. Di tutt’altro tono è ovviamente Quelques mesures de Chant Funèbre/A mon pauvre ami Meyerbeer nel quale Rossini rende omaggio al compositore, morto nel 1864, che era stato il suo più autentico continuatore e seguace. Non rientrano invece tra i Péchés La Charité, ultimo di un trittico di cori religiosi dedicati alle virtù teologali e il Quartetto pastorale che è tratto dall’opera Aureliano in Palmira.
Nel programma non potevano mancare altri due autori che furono protagonisti della scena musicale negli anni di residenza di Rossini a Parigi: di Meyerbeer si potrà ascoltare il Pater Noster per Coro e armonium e di Charles Gounod la Priére du soir già percorsa da un clima di suadente ispirazione romantica e dove ritroviamo quella cifra melodica immediata ed elegante che caratterizzò l’opera del compositore e che sarà di ispirazione alla futura scuola francese dei Fauré e più avanti ancora di Ravel e Debussy.
Nel secondo concerto, il Brahms che ascolteremo è quello che aveva da sempre coltivato un interesse per la musica popolare in cui ravvisava i caratteri di spontaneità e ingenuità. In queste composizioni rimane fedele a sé stesso e dietro una apparente semplicità, si intravede la padronanza del suo gesto creativo. Questa vena per la musica popolare aveva visto la nascita dei Valzer op. 39, un omaggio al valzer e ai Ländler austro-tedeschi che, nella loro semplicità formale e nella loro immediatezza, sono subito accattivanti. Anche le Danze Ungheresi, per pianoforte a quattro mani, sono composizioni degli anni giovanili ispirate ad autentiche musiche zigane. Va detto, però, che l’aggettivo “ungheresi” derivava dalla confusione che all’epoca regnava sul folklore magiaro, nel quale veniva inclusa anche la musica zigana. I Liebeslieder-Walzer, ovvero canti d’amore in forma di valzer, sono caratterizzati da un clima sereno e festoso. Lo stesso clima espressivo percorre gli Zigeunerlieder, ultimo omaggio del compositore al mondo popolare zigano, con ritmi puntati, armonie inattese e sonorità tese ad imitare il cymbalon – strumento tipico ungherese – che conferiscono una tinta particolarissima e di estremo fascino anche a queste pagine.