Al di là dello specchio, documentario scritto e diretto da Cecilia Grasso, compone in un quadro intimista l’arte Drag, come esperienza d’estensione, costruzione, decostruzione e ricostruzione dell’identità di genere: maschile e femminile. In queste si incontrano stereotipie che toccano le modalità relazionali, il vissuto corporeo, la gestualità, la presenza nello spazio, la costruzione dell’immagine che ognuno di noi presenta al mondo. Il Drag King, la Drag queen attraversano, nel loro lavoro di ricerca, il genere andando ad estremizzare le due polarità del maschile e del femminile, mostrando così allo spettatore la stereotipia nella sua purezza, in questo lavoro quello che viene piegato, incanalato e riproposto è l’immaginario comune rispetto l’essere donna e l’essere uomo portandolo all’estremo, così una Drag Queen avrà un trucco più marcato, una linea maggiormente sinuosa o dei movimenti più rudi, una presenza più ingombrante nello spazio nel caso di un Drag King.
Al di là dello specchio propone uno scorcio su un mondo ancora sconosciuto ai più, andando a indagare le diverse dimensioni che vi possono essere al di là di uno specchio, al di là di una rappresentazione vissuta come punto di arrivo e di partenza; una proposta culturale estremamente valida che riporta sullo schermo non solo l’esperienza del Kinging ma anche quella dell’identità come costrutto e insieme di dinamiche con cui si può giocare, esplorare, conoscere prima di tutto se stessi, al di là di, ed oltre ciò che lo sguardo dell’altro ci rimanda, in questo interessante è proprio la testimonianza di Anita/Senith una donna, un’artista, una Drag Queen, ricondotta da un altro in un’immagine amputata di sé: “ma vedi come si va poi per stereotipi che uno pensa che una che fa la Drag Queen debba essere tutt’altra cosa invece guarda te sembri una suora laica”, portando così in superficie l’incontro, le convergenze e divergenze tra l’apparire e l’essere, tra il sembrare e il vivere ed in questo, Al di là dello specchio, mostra e narra di un ponte : il performare Drag.
Al di là dello specchio, si presenta come un documentario riuscito in cui un’ atmosfera intimista accoglie lo sguardo dello spettatore che si sente catapultato e presente alla chiamata di quella realtà narrata e rivelata da Cecilia Grasso, un documentario il cui valore risiede anche nell’autenticità del materiale riprodotto attraverso quello che Bronislaw Malinowski avrebbe considerato l’occhio di un osservatore partecipante, quello di una documentarista capace di mimetizzarsi negli ambienti attraversati dalle persone di cui il documentario, non influenzandone visioni e comportamenti, un documentario valido in cui lo studio esatto del fotogramma, della luce, della colonna sonora e del montaggio riesce a far sentire “a casa” e dentro quella specifica realtà colui che seduto davanti ad uno schermo si ritrova tra le mani questo piccolo gioiello italiano.