Mauro, Andrea e Carlo sono tre ragazzi di quasi trent’anni. Vivono insieme dai tempi dell’università, dieci anni ormai, forse un po’ troppi anche per chi si vuole bene come loro. Il fattore che li accomuna oltre ad avere trent’anni e a condividere il bagno, è un senso di insoddisfazione, di incompiutezza.
Che peso ha il futuro sulle nostre vite?
Cosa possiamo fare oggi per essere felici domani?
Con queste domande Mauro, Andrea e Carlo vivono giorno per giorno; ma le loro vite ci mostrano come, almeno per ora, le risposte siano inadeguate.
“Quasi due anni fa decidiamo di pensare e scrivere insieme uno spettacolo. La vita, con le sue scelte e le sue strade, ci stava allontanando e avevamo voglia di non perderci. Il teatro è sempre stato il nostro punto di ritorno. È proprio da questo principio, da questa volontà di base che La teoria del rospo prende forma. Avere trent’anni in Italia oggi è molto diverso da trent’anni fa! (almeno da quanto ci hanno sempre raccontato i nostri genitori). Tutto è precario, il lavoro, le relazioni, i sogni, la vita. Non abbiamo gli stimoli per pensare di progettare un futuro che ci renda felici. Il nostro futuro è pressoché limitato a un raggio massimo di un anno da dove siamo.”