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“Altrove”, al Piccolo Eliseo Paola Ponti pensa al futuro

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Altrove è per noi la possibilità di pensare un futuro altro da quello in cui ci troviamo’, spiega l’autrice e regista. Tre personaggi. Un cinquantenne cinico e disincantato, un ragazzo che non riesce nemmeno a concedersi la possibilità di sognare e una ragazza che invece dei sogni ne fa l’unica àncora di sopravvivenza alla sua vita.

Sognare è sognare, in generale non parrebbe complicato, da qualunque luogo si parta. Complicato è darsi il diritto di poterlo pensare, il futuro.

 

Ambientato nella periferia romana, Altrove diventa la prigionia dell’immobilismo della nostra società e della nostra mente, dalla quale prima o poi occorre decidere se uscirne oppure no.

Un tema purtroppo oggi caro alla maggior parte dei giovani in Italia e non solo.

Scegliere un luogo in cui sperare di realizzare i propri sogni o rassegnarsi a una realtà che oggettivamente costringe a rinunciare in partenza?

Quanto conta la concezione che abbiamo di noi, rispetto a quello che siamo davvero? Quanto ci si sente emarginati o integrati quando si è poco più che adolescenti?

L’emarginazione o l’integrazione di un essere umano è una questione di gruppi. Del tuo essere dentro o fuori da un gruppo. Qualunque esso sia. Nei ghetti, nei salotti, nelle famiglie.

Immaginarsi altro da ciò da cui si parte non è semplice. Immaginarsi di essere altro dai propri genitori, altro dalla propria storia, da quello che gli altri hanno immaginato per noi, è un’impresa titanica. Chiedersi chi siamo davvero è la domanda delle domande.

Nato come testo di venti minuti per la rassegna del Teatro di Roma ‘Ritratto di una capitale’, Altrove è diventato ora uno spettacolo autonomo ‘grazie alla generosità degli attori e di tutta la compagnia. Anche noi, come tutti, rincorrendo il nostro sogno.

Piccolo Eliseo

16 – 27 novembre 2016