Amleto è una domanda che nasce dalla visione di uno spettro. Lo spettro è il momento in cui guardiamo dentro noi stessi. Una pausa del tempo, un frattempo, un buio. Ci sbatte in faccia quello che possiamo essere. Noi sappiamo quello che siamo, non sappiamo quello che possiamo essere. Amleto è soggetto e oggetto della domanda, come ognuno di noi. Per tutti c’è un mistero nella realtà.
Con Amleto?, testo e regia di Carmen Giordano, mercoledì 20 luglio, ore 21.15, al Castello dell’Acciaiolo di Scandicci, Macelleria Ettore accetta questa ‘sfida elisabettiana’. La compagnia, diretta da Giordano e nata nel 2008 come collettivo artistico, ha nella drammaturgia il fulcro della sua ricerca teatrale. Il montaggio è lo strumento per elaborare i pezzi di una storia che ci sfugge o non c’è. La scenografia è un luogo poetico. L’attore è un performer, libero di trasgredire regole per crearne nuove. La narrazione procede per accumulazione. La regia si articola in smembramento e ricomposizione delle immagini. Il montaggio definitivo è nella testa dello spettatore.
Due attori, in uno spazio nudo, provano Amleto. Sprofondano nel testo, squarciano scene, scavano desideri e prendono derive sorprendenti. Due vite alla prova. Amleto e Ofelia, interpretati da Stefano Pietro Detassis e Maura Pettorruso. Essere e non essere. Attori e personaggi. Ombre che si fanno da specchio, identità inconsistenti. Il confronto è un dialogo al buio. Le parole affiorano come bagliori estemporanei. I piani si confondono, come vita e teatro. Cercano di accordare l’azione alla parola e il pensiero all’azione, nel tentativo di tendere lo specchio alla natura. La ricerca si nutre del confronto con i maestri. Quelli che ognuno di noi ha ascoltato almeno una volta e – almeno una volta – ha desiderato tradire. Il tradimento è questione di forma: Macelleria Ettore trasferisce il senso in uno spazio e un tempo propri. La pratica del gruppo è la sua poetica: essere – qui e ora – in una forma differente. Una forma semplice e misteriosa.
Amleto? è quindi una ricerca nella sottrazione di artifici: voci nude, corpi esposti, buio, luci, ombre. La vita si riversa in scena per lasciare una traccia, un’eco di sé. Ofelia e Amleto provano parti della tragedia. Ma qui la tragedia è la vita reale. Con una trama da costruire. E un epilogo da inventare. L’originale shakespeariano vive di pochi cenni, rare suggestioni a sancire la distanza siderale tra due anime disanimate. L’alba non è mai giorno, la notte comanda.
Ognuno, alla fine, trova un pezzo di sé. L’eco di una domanda cui non ha risposto. Un’azione sviscerata dal pensiero e non agita. Un ricordo che ha il sapore dell’allucinazione. Uno spettro pesa sul cuore. Il resto è silenzio.
mercoledì 20 luglio, ore 21.15 | Castello dell’Acciaiolo, Scandicci
TrentoSpettacoli
in coproduzione con E45 Fringe Napoli Teatro Festival 2013 – Fondazione Campania dei Festival
AMLETO?
uno spettacolo di Compagnia Macelleria Ettore _ teatro al kg
con Stefano Pietro Detassis e Maura Pettorruso
disegno luci Alice Colla
organizzazione Daniele Filosi
testo e regia Carmen Giordano