Il 9 ottobre parte la stagione dell’Ar.Ma Teatro. Senza dubbio sarà un anno in cui ogni spazio teatrale che decide di aprire il sipario dovrà affrontare non poche difficoltà, ma Daria Veronese direttrice del Teatro alle spalle di San Pietro ha deciso coraggiosamente di aprire le porte del suo salotto culturale e dare vita alla quarta stagione dell’Ar.Ma Teatro.
Fino al 4 ottobre in scena la rassegna di teatro contemporaneo DOIT Festival – DrammaturgieOltre Il Teatro, ideata da Angela Telesca e Cecilia Bernabei. Una manifestazione che torna con le sue proposte di teatro da vedere e teatro da leggere. Sei spettacoli in concorso, compagnie provenienti da tutta Italia, incontri e conversazioni tra il pubblico e gli artisti, premiazione dei vincitori dei due concorsi dedicati alla drammaturgia contemporanea, presentazioni editoriali.
Dal 9 al 11 ottobre in scena Le Metamorfosi Di Pulcinella di e con Alessia Luongo e Manuel Pernazza. Lo spettacolo è un’opera di recupero della tradizione in ogni suo aspetto: lazzi di classici di tradizione orale e non, riscoperta del teatro di Antonio Petito, musiche ispirate da brani quasi scomparsi appartenuti al territorio dell’Irpinia, della Campania e musiche scritte da commedianti dell’arte. Una commedia tutta da ridere che racchiude i più importanti travestimenti elaborati da Petito per mettere in ridicolo usi, costumi e stereotipi.
Popolo Bue in scena il 16 e 17 ottobre è il titolo del secondo spettacolo in stagione. Di Francesco Pompilio, anche interprete, Angelo Libri, anche regista, e Flaminia Chizzola. Una “favola per adulti” è una versione drammatizzata del capolavoro di Orwell. “La fattoria degli animali” viene riletto e interpretato come una metafora del potere di manipolazione dei mezzi di informazione di massa e della cosiddetta “comunicazione”. Di contro si evidenzia l’ignoranza, del popolo, reso incapace di comprendere e di reagire ai soprusi, a prima vista innocui, che il Potere mette in atto.
Stefania Aluzzi e Vincenzo De Luca diretti da Linda Ocone sono i protagonisti di Lavoro di Coppia in scena il24 e 25 ottobre . Un atto unico che con un umorismo e leggerezza parla degli errori più frequenti della vita coniugale. Pensare che il partner sia un lettore del pensiero automatico, in grado di decifrare qualsiasi nostro stato, o lasciare i conflitti in sospeso, certi che si risolveranno da soli, o peggio ancora idealizzare l’altro, caricandolo di aspettative. Una commedia che tra battute e allegria attraversa la vita di coppia.
Il 14 e 15 novembre torna all’Ar.Ma Teatro una nuova commedia di Dino Verde. Io e te, amore mio, ci ameremo eternamente Commedia brillante diretta da Nino Scardina che vede in scena lo stesso regista con Marina Perini, Angela Campetti
Dal 20 al 22 novembreZappa è vivo! Un omaggio pieno di humor e nonsense al genio di Frank Zappa. Il compositore, chitarrista e cantante statunitense, considerato uno dei più grandi geni musicali. “Diceva di odiare la poesia, ma la sua musica era “pura poesia”, suo malgrado” spiega Alessandra Izzo che ha curato il soggetto dello spettacolo diretto da Alessandro Iori. In scena la stessa Izzo che rende omaggio a un grande artista che sin da bambina l’ha ispirata con la sua musica e il suo modo di “vivere e sentire la vita”. Un genio che si era isolato dal mondo e da tutti per dedicarsi alla sola cosa che amava e sapeva fare, “la sua amata musica”.
Dal 24 al 29 novembre in scena Thea aldilà del bene e del male monologo di e con Alessia Luongo. Thea una scrittrice tedesca degli anni ‘20 invita a casa sua un generale per parlargli della sua sceneggiatura. In un circolo di canti, argomentazioni, danze, arrivando alla seduzione, sfrutta tutte le armi che possiede una donna, nel tentativo di farsi ascoltare e di poter realizzare il film che la farà diventare famosa. Alla fine il suo sogno diventa realtà. Ma a che prezzo? Sullo sfondo una guerra devastante che influirà in modo decisivo sulla vicenda.
Follia d’ufficio dal 4 al 6 dicembre di Alessandro Martorelli, regia Luca Avallone. Una commedia brillante che vuole mettere in luce, nel modo più esilarante possibile, tutte le gelosie, le meschinità e i rancori che caratterizzano i rapporti umani che si instaurano nel mondo del lavoro.
E’ uno spettacolo che gioca molto con il ritmo delle parole e la sincronicità dei movimenti. In una storia dove l’autore mette a nudo, con ironia e leggerezza, la facilità con cui l’uomo cede alle sue più infime inclinazioni pur di raggiungere i propri obiettivi.
Dal 9 al 13 Dicembre Pulcinella e Colanfronio alla cantata dei pastori di e con Alessia Luongo e Manuel Pernazza. Lo spettacolo è la cantata dei pastori, in una versione sperimentale, dove il teatro delle guarattelle con il suo tradizionale canovaccio incontra la trama della cantata dei pastori, che narra la nascita di Gesù Bambino. I diavoli vogliono impedire la nascita di Gesù, allora Pulcinella e Colanfronio (i rispettivi Sarchiapone e Razzullo) sconfiggendo i malefici dei diavoli, riescono a proteggere Giuseppe e Maria e a dar vita al messia.
I difficili giorni del Gufo Notturno dal 18 al 20 dicembre. Il 10 agosto del 1975 la banda del Gufo Notturno durante la magica notte di San Lorenzo riesce a rapinare un misterioso museo della leggendaria “Lancia del Destino”, oggetto sacro degli Dei che permette a chi lo possiede di diventare il nuovo Signore dell’Olimpo. Il testo e la regia sono di Francesco Olivieri, con Alessandro Kira D’Amico, Katia D’Ambrosio, Michele Caiafa, Eleonora Penna, Vanessa Marrama, Emiliano Canova, Naomi Messina, Noemi Locarelli
Il nuovo anno viene inaugurato da Diario di Celestine il 9 e 10 gennaio e poi ancora 16 e 17 gennaio. Libero adattamento di Diana Davak, regia Marine Devignè con Deborah Massaro che porta in scena un quadro d’epoca intrigante, un lavoro che rivela nelle sue sfumature ironiche e brillanti una profonda conoscenza dell’animo umano. Octave Mirabeau scrisse nel 1900 il diario libertino di una cameriera e smaschera il falso perbenismo della borghesia parigina di fine ottocento. Nel 1900 questo romanzo fu ritenuto scandaloso perchè prende spunto da una vicenda reale di una cameriera licenziosa dove l’osservatore può vedere da vicino la condizione femminile di fine ottocento.
Dal 22 al 24 gennaio in scena La Peccatrice Ispirato a “Storia di una capinera” di Giovanni Verga. Testo e regia Diego Placidi, con Virginia La Tella, La Peccatrice è un monologo con protagonista la giovanissima Maria, che riflettendo sull’innocenza, dubbi, l’amore, Dio, un’apparente pazzia, percorre in un atmosfera cupa e surreale la sua ultima tappa verso una prematura e inevitabile conclusione.
Il richiamo di Cthulhu in scena dal 29 al 31 gennaio è l’adattamento di Francesco Bazzurri che cura anche la regia, con Ilaria Mazza, Lucrezia Novaglio, Valentina Stredini, Gianmarco Cucciolla, Mirko Basile, Roberto Scio, Riccardo Ranieri e Mario Battisti.
Uno dei racconti più famosi dello scrittore H.P. Lovecraft e si può classificare come un horror fantascientifico, incentrato su un pantheon molto particolare di esseri sovrannaturali chiamati Grandi Antichi. Venne pubblicato nel 1928 e per l’epoca rappresentò qualcosa di unico. Ancora oggi conserva un’originalità ed una capacità evocativa che appassiona lettori di tutto il mondo.
Torna dal 5 al 7 febbraio Qui è così con Mauro Perugini. Il grande gioco senza tempo, ideato per accendere la mente, dimenticando tutto il resto virus compreso, un invito per il pubblico ad entrare (oltre che con la mascherina) con leggerezza e complicità nello spettacolo, per emozionarsi da grandi, tornando ad essere bambini! Un giocoso e avvolgente viaggio nel tempo, che strizza l’occhio al passato senza tralasciare i paradossi del nostro quotidiano (pandemia e lockdown compresi), in un
excursus che sprona lo spettatore ad essere attento, coinvolto e partecipe, creando un
luogo dove ognuno potrà riconoscersi in qualcosa.
Manichini tra il rosso e il nero dal 12 al 14 febbraio. L’intento è quello di far comprendere al pubblico le conseguenze di farsi attirare nella trappola ideologica della politica “vecchia maniera” attraverso l’ironia, ma anche il dramma di una famiglia che poteva sembrare normale. Il messaggio però abbastanza evidente è solo una parte della riflessione anche sociale che impone senza scampo questa rappresentazione. Scritto e diretto da Michele Tamborra, con Maria Grazia Tamborra, Adriano Cartacci, Mirko Basile, Marco Pensegi, Roberto Scio, Riccardo Ranieri, Roberto Capogna
Dal 16 al 21 Febbraio Romeo e Giulietta tragedia sperimentale a vapore di e con Alessia Luongo e Manuel Pernazza. La compagnia tragica sperimentale a causa di diverbi sentimentali, lascia la scena e non può essere messa in scena la tragedia “Romeo e Giulietta” con regia sperimentale. Il padrone del teatro, Don Pulcinella Cetrulo si trova disperato e non sa come fare. Le sue preghiere vengono ascoltate perché casualmente entra nel teatro suo amico e collega Colanfronio Brandella. I due si vedranno alla presa con la grande tragedia sperimentale nel tentativo di accontentare il proprio pubblico.
Hello, c’è nessuno lì fuori? da un’idea di William Saroyan, regia Silvio Fiorelli, con Roberto Scio, Mauro Catalani, Stella Carella, Michela Di Gregorio è in scena dal 26 al 28 febbraio. In una piccola cittadina americana un tale è rinchiuso in una cella, rinchiuso in un dramma, con l’aria di voler ancora, fino all’ultimo, prendere in giro il mondo. Una disperata ricerca della propria dimensione. Lo stile del testo si allontana da un linguaggio formale. L’intimo interesse dello spettacolo è creato dalla sua stessa personalità, dalla ricchezza di sentimento, dalla simpatia per coloro che vivono la loro prigionia, qualunque essa sia.
Jack rinchiuso in una cella ripercorre le tappe che lo hanno portato in quell’angusto spazio. Raccontando la sua storia, idealizza una possibile vita fuori dalla prigionia possibilmente con un ideale ragazza. Durante il racconto, si materializza una prima ragazza che non raccoglie il suo richiamo nè il suo sogno, la seconda ragazza che entrerà in scena invece sognerà una nuova vita insieme al nostro protagonista e travolta da questo… l’ultimo personaggio rappresentativo dello spettacolo è un uomo il quale rappresenta il possibile futuro carnefice (non ne avremo però la certezza, libera interpretazione).
Il 6 e 7 marzo e poi ancora il 13 e 14 marzo è la volta del Decamerone. Le straordinarie storie di Giovanni Boccaccio che presenta l’esperienza giullaresca, la vita di corte e il gusto cavalleresco. Ecco la cornice del Decamerone, la tragica occasione della peste del 1348 a Firenze, per cui un gruppo di giovani si ripara sulla collina fiesolana e si raccontano, per puro scopo di sconfiggere il tempo, l’avventura del vivere. Boccaccio preferisce la festosa caricatura dell’amor cortese, ne fa quasi una parodia. Lo stilnovo che era una corrente letteraria del medioevo viene messo alla berlina. Boccaccio lo confessa: “le muse son donne” e al loro fascino non può sottrarsi. Adattamento teatrale Diana Davak, regia Deborah Massaro in scena con Deborah Massaro, Sabrina Balice e Francesca Olìa.
Il giuoco delle parti sarà in scena dal 19 a 21 marzo. Tratto dalla novella “Quando si è capito il giuoco” del 1913, “Il giuoco delle parti” è una commedia generalmente inquadrata nel solco del grottesco pirandelliano. Una “black comedy” pirandelliana, in cui l’eterna lotta fra ragione e sentimento conduce a un finale imprevedibile. Di Luigi Pirandello, regia Edoardo Ciufoletti, con Roberta Tenuti, Andrea Iarlori, Massimiliano Pazzaglia, Francesco Casillo, Alessio Pala, Edoardo Ciufoletti
Dal 26 al 28 marzo Fora er cortello! di Francesco Bazzurri. I bulli erano uomini d’onore della vecchia Roma, forti come tori, spavaldi e fieri ma soprattutto facili di coltello. Bastava una parola detta male, uno sguardo storto o il disonore di reggere “l’ormo” al gioco della “passatella” che subito gli animi si infiammavano e sentivi questa frase “Fora er cortello!” Allora iniziava il duello in cui ci scappava o il morto o qualcuno che con una “puncicata” fatta bene finiva con le budella in mano al Santo Spirito o alla Consolazione. In questo spettacolo originale verrà raccontata l’epopea dei bulli romani nei primi anni del 900, scandita tra battute sagaci, immancabili “cortellate”, stornelli, canzoni della mala, storie d’osteria , passioni ed eroismo dei “Più dell’Urioni”. Rigorosamente in dialetto romanesco.
Locas dal 9 all’11 aprile di Josè Pascual Abellàn, regia di Niko Mucci, con Marcella Vitiello e Laura Pagliara. “La follia è una linea sottile, che divide due mondi. Basta davvero poco per passare da una all’altra parte”. Queste le parole di una delle due protagoniste della trama. Due donne in attesa, nell’anticamera dello studio di uno psichiatra, diverse fra loro in modo diametralmente opposto: una ,donna in carriera e una madre di famiglia, in piena depressione, la quale dichiara subito la sua prossimità alla follia. Pure la loro “diversità”, nell’apparenza e nel ruolo sociale di ciascuna , copre una problematica fatta di debolezze comuni e pone le basi di una conoscenza reciproca , di un assaggiarsi di mondi paralleli, pronti alla divagazione poetica, tanto quanto alla cruda definizione da lessico psichiatrico. Frequenti le incursioni nella filosofia e nella pratica del disagio mentale, alleggerite nel proporsi, da parentesi comiche. La trama si dipana nell’attesa del medico ritardatario, sino ad un colpo di scena finale che mette in discussione le certezze acquisite dai personaggi nel loro sviluppo di comunicazione verbale, e dal pubblico su di loro due , in scena.
Dal 16 al 18 aprile Like! Comunicare è diventato più semplice, più veloce, più efficace. La tecnologia ci ha cambiato la vita, in alcuni casi l’ha proprio stravolta. Cosa ha voluto in cambio per tanto benessere? Tutto. Gli studiosi della Columbus University calcolano che arriviamo a toccare il nostro smartphone 400 volte nell’arco della giornata. Si parte fin da giovanissimi, 11/12 anni, e stiamo con il cellulare in mano anche 6 ore al giorno. Numeri impressionanti. Si parla di “Sindrome di Capitan Uncino”: usare il solo pollice di una mano esclusivamente per lo smartphone quasi avessimo un uncino come il famoso pirata di James Matthew Barrie. Le nevrosi del nuovo millennio sono servite: sentire squillare il cellulare anche quando non lo fa, entrare nel panico se non si ha rete, svegliarsi la notte e controllare se sono arrivate notifiche. Sono questi, e molti altri, gli spunti che Stefano Santomauro e Francesco Niccolini hanno sviscerato e attraversato per poterli servire in questo monologo divertentissimo e cinico allo stesso momento. Spunti di riflessione, virate improvvise, situazioni al limite del paradosso prendono lo spettatore fin dai primi minuti e non lo lasciano sino alle ultime parole Di Stefano Santomauro e Francesco Niccolini, regia di Daniela Morozzi , con Stefano Santomauro
Torna all’Ar.Ma Teatro Massimo Mirani con Io sono una star diretto da Daria Veronese dal 7 al 9 maggio. Negli anni ‘70/’80 del secolo scorso, in Italia c’era una fiorente industria cinematografica, soprattutto per quanto riguardava il cinema Bis (commedie erotiche, horror, poliziotteschi). Questa industria aveva creato uno “Star System made in Italy”. Questa è la storia di una amicizia tra un’attrice, star dell’epoca, e la sua sceneggiatrice, amori, vittorie, sconfitte, delusioni, tradimenti, soprattutto amicizia.
Edoardo Ciufoletti porta sul palco dal 14 al 16 maggio Non ti conosco più. In un’elegante dimora della media borghesia, la serenità familiare è improvvisamente turbata dal fatto che la signora Luisa, moglie dell’avvocato Paolo Malpieri, non riconosce più le fattezze del marito e ha cominciato a identificarlo con il medico chiamato per curarla, il prof. Alberto Spinelli. La necessità di assecondare la malata per favorirne la guarigione coinvolge i personaggi in uno scoppiettante tourbillon di situazioni spassose, secondo il meccanismo tipico della commedia degli equivoci, che conduce a un finale a sorpresa … Di Aldo De Benedetti, regia Edoardo Ciufoletti, con Roberta Tenuti, Andrea Iarlori, Edoardo Ciufoletti, Giorgia Lepore, Francesco Casillo, Elisa Protomastro, Angelica Granato
Jonestown, scritto e diretto da Francesco Bazzurri, è in scena dal 21 al 23 maggio.Il 18 novembre del 1978 tutti i 909 abitanti del Tempio del Popolo, una comunità spirituale sorta in Guyana, persero la vita avvelenati col cianuro diluito in una bevanda all’uva. Furono spinti a uccidersi dal loro leader spirituale, il reverendo Jim Jones che giustificò l’atto come un suicidio rivoluzionario. Lo spettacolo è un thriller psichedelico che racconta la storia di questo ambiguo personaggio dai presunti poteri divini, dei suoi adepti, degli uomini che tentarono di fermarlo e dei misteriosi agenti messi dalla CIA ad osservare le azioni del reverendo fino alla macabra escalation. Che cos’era Jonestown? Un’utopia, una prigione spirituale oppure un esperimento sociale sul controllo delle masse, magari l’ultima letale propaggine del progetto MKUltra?
Dal 28 al 30 maggio chiude la stagione Fermi tutti (c’è la portiera). Scritto e diretto da Urania Vannuccini, in scena con Bruno Garruto, Michele Tamborra, Patrizia Grandi, Giovanna Anglani, Francesco Sutera, Gabriella Bernardini Una commedia brillante in due atti. Si svolge in un circolo anziani, dove sette pensionati si incontrano e ognuno racconta la propria storia. Dopo varie rivelazioni scoprono di avere in comune una pensione da “fame”. Questo li spingerà a cadere nella tentazione dell’illecito per migliorare il loro tenore di vita.
Non mancano durante il corso della stagione i laboratori e corsi tenuti da Teatron Accademia Professionisti Spettacolo (Direzione artistica Pino Insegno, Direzione didattica Vito Caporale)Associazione Assi del Palcoscenico impegnata neiLaboratori di teatro adulti e bambini; Associazione Iscritti a parlare con Corsi per adulti, conferenze, aggregazione del territorio; Impropedia specializzati nell’Improvvisazione teatrale diretti da Sara Valerio