Home life style Roma per Bambini “Cappuccetto rosso – c’era una volta il lupo e la fanciulla”, la...

“Cappuccetto rosso – c’era una volta il lupo e la fanciulla”, la nuova creazione coreografica della Compagnia Atacama

1631
Cappuccetto Rosso - Compagnia Atacama - Teatro Biblioteca Quarticciolo - 30 ottobre 2016

 Teatro Tor Bella Monaca il 9 e 10 dicembre ore 21, l’11 dicembre ore 17.30 

Dopo la recente tournée in Germania che ha toccato città come Düsseldorf e Lipsiala Compagnia Atacamaa grande richiesta dal 9 all’11 dicembre 2016, ritorna a Roma al Teatro Tor Bella Monaca, con “Cappuccetto rosso – C’era una volta il lupo e la fanciulla”, la cui ideazione, coreografia e regia portano la firma di Patrizia Cavola – Ivan Truol, coreografi fondatori della Compagnia, con Stefania Di Donato, Valeria Loprieno e Cristina Melorola voce registrata di Alessandro Fabrizi su musiche originali di Epsilon Indi (gli stessi autori della colonna sonora del film di Giuseppe Gaudino Per Amor Vostro con Valeria Golino in concorso alla 72 Mostra del Cinema di Venezia e vincono il Premio Ennio Morricone al BiFest 2016 Bari International Film Festival per il miglior compositore di musiche e come migliore colonna sonora agli RdC Awards 2015 della Fondazione Ente dello Spettacolo e della Rivista del Cinematografo).

“L’ispirazione di questo nuovo lavoro – spiegano Patrizia Cavola e Ivan Truol – è una delle fiabe europee più conosciute al mondo, Cappuccetto Rosso, della quale esistono numerose differenti versioni. Con una particolare attenzione alla trascrizione di Charles Perrault, partiamo dalla fiaba e intendiamo esplorare il contrasto tra il mondo luminoso e sicuro del villaggio e quello oscuro e insidioso della foresta. Andare nel bosco come metafora del percorso che ogni individuo deve affrontare per crescere, lasciando la sicurezza dell’infanzia per divenire adulto. Sviluppare il proprio essere attraverso il passaggio nella foresta del proprio lato oscuro e nel caso di Cappuccetto rosso, nella profonda e oscura foresta della femminilità. Andare nel bosco perché la vita abbia inizio.

Attraversare, incontrare il lupo, disobbedire, aprirsi alle possibilità che scaturiscono dal percorrere strade altre, errare per sentieri sconosciuti e interrotti, Holzwege, procedere verso la meta dello svelamento del sé attraverso un continuo sviamento, una irriducibile erranza.”

“Holz è un’antica parola per dire bosco. Nel bosco ci sono sentieri (wege) che, sovente ricoperti di erbe, si interrompono improvvisamente nel fitto. Si chiamano Holzwege. Ognuno di essi procede per suo conto, ma nel medesimo bosco. L’uno sembra sovente l’altro: ma sembra soltanto. Legnaioli e guardaboschi li conoscono bene. Essi sanno che cosa significa “trovarsi su un sentiero che, interrompendosi, svia”. Martin Heidegger

Il concept vuole mettere in atto differenti sguardi sul racconto narrato dalla fiaba, rilevare varie sfaccettature dei personaggi, tre diverse Cappuccetto Rosso con caratteri e qualità differenti che reagiscono ognuna a modo suo al compito affidatagli dalla mamma e all’incontro con il lupo, determinando tre possibili differenti storie. Stesso spettro di possibilità per il lupo che può manifestarsi come aggressore che inganna e uccide, come amico e guida che conosce il bosco e aiuta la bambina a percorrerlo, come opportunità di incontrare suo tramite la parte selvaggia, l’istinto che è in lei.

L‘allestimento scenografico, realizzato da Arianna Pioppi che firma anche i costumi, prevede il pavimento ricoperto di foglie, un mare verde che le danzatrici possono muovere e spostare ad ogni passo, lasciando tracce e sentieri, dentro cui possono immergersi, scomparire e riemergere.

Il progetto coreografico vuole unire l’elaborazione della danza/poesia fisica a un lavoro di costruzione pittorico e visionario sull’immagine, all’uso della parola e del suono, all‘interazione con le musiche originali.

“Abbiamo scelto di lavorare su una fiaba – concludono i coreografi – per il desiderio di dialogare con un pubblico ampio, trasversale, che includa varie generazioni, ragazzi, bambini e adulti. Questa scelta rientra in una progettualità di pratiche per la formazione del pubblico e di diffusione della danza contemporanea. La conoscenza di quest’arte e la creazione di un pubblico dedicato devono infatti partire dalle scuole ed è necessario creare opportunità di visione di spettacoli di danza contemporanea già durante i primi anni dell’educazione e formazione culturale degli individui.”

La produzione è realizzata con il contributo di MIBACT Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – Dipartimento dello Spettacolo e Regione Lazio – Direzione Regionale Cultura e Politiche Giovanili – Area Spettacolo dal Vivo.