Home oltre Roma “Don Giovanni” alla Pergola di Firenze

“Don Giovanni” alla Pergola di Firenze

1007

Con Fornasetti il “Don Giovanni” alla Pergola nello splendore della sua versione originale.

Era il 29 ottobre 1787 quando il pubblico di Praga ebbe l’occasione di assistere alla prima de “Il dissoluto punito ossia il Don Giovanni”, capolavoro di Mozart. Il melodramma andò in scena l’anno successivo a Vienna con un cambiamento del libretto che divenne il più comunemente rappresentato.

Il 10, 12 e 13 gennaio 2017 la Fondazione Teatro della Toscana propone in esclusiva regionale al Teatro della Pergola di Firenze la produzione di Fornasetti che, insieme a un gruppo di artisti d’eccellenza, riporta alla luce l’impetuoso manoscritto praghese. I suoni e gli strumenti originali per cui Mozart ha concepito il suo capolavoro 230 anni fa saranno accompagnati da una straordinaria visione artistica basata sul surreale mondo iconografico di Fornasetti. Orchestra: Silete Venti! Direzione musicale: Simone Toni.

Il grande evento fuori abbonamento va in scena nei giorni di Pitti Immagine Uomo 91 ed è inserito nel calendario degli eventi del salone, come una tra le iniziative più speciali che si svolgono a Firenze.

 

Praga, 29 ottobre 1787: il Teatro e la città intera sono protagonisti di un momento cruciale e indelebile nella storia della musica e della cultura: va in scena per la prima volta il “Don Giovanni”, un’opera rivoluzionaria dai suoni inauditi. Scritta da Wolfgang Amadeus Mozart all’età di 31 anni su libretto di Lorenzo Da Ponte, quest’opera lirica è considerata uno dei massimi capolavori del compositore austriaco e segna la nascita di un mito moderno: il mito di Don Giovanni che, da quel giorno, non ha mai smesso di crescere, stimolando, turbando, spaventando e commuovendo il mondo intero.

 

Firenze, gennaio 2017: a duecentotrent’anni da quella rappresentazione tornano a vibrare i suoni e gli strumenti originali per cui Mozart ha concepito il suo capolavoro.

Grazie a un team di artisti eccellenti ed eterogenei di cui Fornasetti si fa catalizzatore, le autentiche e infinite potenzialità dell’opera sono ripristinate e la grandezza della sua partitura originaria è nuovamente rispettata.

 

Questa produzione, che la Fondazione Teatro della Toscana propone in esclusiva regionale al Teatro della Pergola di Firenze il 10, 12 e 13 gennaio 2017, ore 20:15, riporta alla luce l’impetuoso manoscritto di Praga, rinunciando alla più consueta tradizione di rappresentare la seconda versione del “Don Giovanni”, scritta da Mozart per il pubblico di Vienna nel 1788. Le stratificazioni accumulate nei secoli sono così eliminate per lasciar riaffiorare tutta la straordinaria forza creativa originaria.

 

Tale scelta deliberata porta ad una concatenazione di fattori sostenuta dalla collaborazione tra regia, scene, costumi, luci e musica. Il carattere corale delle maestranze ne evidenzia il lavoro artigianale, come in una bottega in cui i singoli operano in modo paritetico al fine di garantire la qualità dell’opera. Il luogo che le ha accolte durante l’ideazione e la realizzazione è Casa Fornasetti, ossia la residenza storica di Piero e Barnaba Fornasetti in cui negli anni ’50 risiedeva anche l’Atelier. Un posto da sempre culla della cultura e delle grandi energie che ancora innervano la città di Milano, capitale creativa del design e della moda.

 

L’orchestra, composta da trenta elementi che suonano strumenti d’epoca, rispecchia l’autentica formazione mozartiana: la disposizione longitudinale con gli archi contrapposti ai fiati concorre a un risultato sonoro ed emotivo di forte impatto, così come era in origine nel Settecento.

 

Gli interpreti vocali, parte fondamentale del progetto artistico, perseguono una scelta precisa di complementarità all’orchestra e ai suoi strumenti.

 

Le scenografie sono realizzate tramite l’uso dell’iconografia classica reinterpretata in chiave moderna da Fornasetti. I temi, tratti dall’archivio fornasettiano, vanno dalle carte da gioco, simbolo della leggerezza e dell’eterno imprevisto, alla stanza metafisica dove i personaggi vogliono perdersi ma si ritrovano sempre, ai visi emblematici delle varie identità di donna, ricordo costante e ossessivo del tema portante dell’opera. La straordinaria visione artistica di quest’opera è così arricchita e completata, creando un mondo surreale e grafico. Pannelli mobili, animati da dei danzatori, danno un ritmo fluido allo scorrere veloce degli eventi ed evocano una realtà fantastica in assenza di un ambiente vero e proprio, ma potentemente immaginifico e suggestivo.

 

I costumi si intridono della fragilità dei personaggi, al di fuori di spazio e tempo, ma con tutta la memoria delle emozioni.