Gli archetipi delle nostre vite e della storia si ritrovano nel mito, che è “qualcosa che non è accaduto, ma che in realtà accade sempre”. Leggendo di Ero e Leandro, mi è venuta spontanea l’associazione con una vicenda contemporanea, quella di due giovani coinvolti in un amore contrastato, da non poter vivere alla luce del giorno. Il mito classico racconta dell’amore nato tra Ero, sacerdotessa di Afrodite a Sesto, e Leandro, un giovane di Abido città della sponda asiatica dell’Ellesponto. Essendo consacrata a una dea, Ero non poteva unirsi a un uomo ma Leandro, innamoratosi di lei, tutte le sere attraversava di nascosto a nuoto un tratto di mare per incontrarla, guidato dalla luce di una torcia che lei teneva accesa vicino alla spiaggia. Nella trasposizione contemporanea del mito, la mia Ero diventa una ballerina, segregata dai genitori e “consacrata” alla danza, come una vera e propria sacerdotessa, Leandro è un giovane musicista. Anche qui il destino, come nei miti e nei drammi greci, giocherà la sua parte. Una storia come questa fornisce spunti di riflessione che riguardano vari aspetti sia della vita: lo scontro generazionale, la paura del diverso, la voglia di raggiungere l’immortalità attraverso l’arte.
Teatro Abarico – Via dei Sabelli 116, Roma
Il 16 e 17 Maggio alle ore 21