Dopo la vittoria nella sezione Prosa del Festival inDivenire, progetto ideato da Alessandro Longobardi con la direzione artistica di Giampiero Cicciò, torna sul palcoscenico dello Spazio Diamante, da venerdì 19 a domenica 21 gennaio, Vox Family, il brillante e intenso spettacolo scritto e diretto da Francesco Petruzzelli, per il quale ha ottenuto, inoltre, il Premio come autore del Miglior testo del Festival.
In scena sette personaggi per una trama in fondo semplice, ma molto significativa.
Astro e la Mamma sono due elementi di una famiglia in apparenza estremamente ordinaria: lei si prende cura del figlio, in assenza di un padre troppo codardo per potersi fare carico dei compiti che la natura gli ha assegnato.
Ad assistere la Mamma e il piccolo, con consigli e incoraggiamenti (spesso oltre il limite della decenza e del buon gusto), ci sono le due Nonne, figure misteriose, visibili soltanto a chi le sa ascoltare.
Ciò che rende i problemi di questo nucleo familiare a dir poco grotteschi , è la convinzione della Mamma di aver generato in Astro un genio, dotato di intelligenza e abilità fuori dall’ordinario.
Il ragazzo tuttavia, non sembra mostrare alcun talento particolare, nonostante i continui, e il più delle volte deliranti, tentativi della madre di portare alla luce una eccezionalità che si ostina a non manifestarsi.
La relazione tra i due cresce così sempre più opprimente per il ragazzino, fino all’intervento della maestra di Astro, la quale, motivata dai brillanti risultati scolastici del ragazzo, desidera consultarne il genitore per provvedere insieme alla maturazione del genio del piccolo.
La madre di Astro, all’oscuro di tutto, comprende che il figlio le ha sempre tenuto nascosta la sua vera natura, affinché lei riuscisse ad amarlo a prescindere dalle aspirazioni di rivalsa sul mondo che da sempre era stato costretto a vedere proiettate su di sé.
La rivelazione di certi segreti, la scoperta dell’inesistenza di entrambe le Nonne e lo scioglimento della trama porteranno ad una conclusione tragica, sebbene attraverso episodi tinti anche di una vena drammaticamente comica.
Sarà tutto questo a costringere il Padre di Astro a fare la sua comparsa sulla scena, per imparare a prendersi cura del figlio che ha troppo a lungo trascurato.
Un composto di relazioni ironicamente contraddittorie, capaci di ritrarre, attraverso un gioco di multipli, i vezzi delle più classiche dimensioni familiari. Le scene si susseguono con ritmo spiazzante e frequenti incursioni in realtà parallele e degenerate.
Una messa in scena in cui si avvertono tutte le ammirevoli qualità tecniche e l’energia della giovane compagnia composta da Carlotta Mangione (vincitrice anche del Premio Migliore attrice del Festival inDivenire), Roberta Azzarone, Michele Lisi, Cristina Poccardi, Cristina Pelliccia, Lorenzo Parrotto, Luigi Biava, con una notevole omogeneità di valori drammaturgici e interpretativi.