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Gli studenti della Silvio d’Amico in scena all’India con quattro spettacoli

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Si rinnova per il secondo anno consecutivo la collaborazione dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico” con il Teatro di Roma – Teatro Nazionale, che accoglie al Teatro India quattro spettacoli interpretati e diretti dalla neonata Compagnia dell’Accademia. Una iniziativa congiunta tra due istituzioni culturali in sinergia per una inedita collaborazione, ciascuno nella propria missione pubblica e nel comune obiettivo a sostenere sia la nuova creatività sia il perfezionamento degli allievi neodiplomati attraverso la formazione e il confronto con maestri e registi affermati.

 

Saranno, infatti, Tiranno Edipo! da Sofocle e Studio da Le Baccanti di Euripide il banco di prova della Compagnia dell’Accademia, spettacoli rispettivamente diretti da Giorgio Barberio Corsetti (27 settembre/3 ottobre) e Emma Dante (22 dicembre/5 gennaio); alle regie firmate dai maestri della scena si affiancano gli spettacoli di due giovani registi: Carmelo Alù con Un anno con tredici lune di Rainer Werner Fassbinder (26/28 settembre) e Fabio Condemi con Jacob Von Gunten di Robert Walser (1/3 ottobre).

Ad aprire il poker di spettacoli il Festival Contaminazioni 2018, la rassegna autogestita di liberi esperimenti teatrali degli allievi dell’Accademia che, dal 18 settembre al 23 settembre, invade gli spazi del Teatro India. Uno scenario di autonoma sperimentazione e contaminazione artistica offerta agli allievi attori, registi e drammaturghi, per realizzare spettacoli in forma di studio (durata massima di 40 minuti) e relazionarsi con le dinamiche produttive proprie del teatro. Quest’anno il Festival si arricchisce di una sezione dedicata alle arti visive grazie alla collaborazione con gli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Roma.

 

Dal 26 al 28 settembre, a condurci nella toccante storia degli ultimi giorni di un’esistenza di solitudine, dolore, isolamento che troverà la morte, è la regia del giovane Carmelo Alù con Un anno con tredici lune, traduzione e adattamento di Letizia Russo, dal film del 1978 dell’estro furioso di Rainer Werner Fassbinder, dalla creatività pasoliniana, con protagonista il viaggio negli inferi interiori e nelle relazioni fra gli esseri umani di un transessuale, di nome Elvira, con sullo sfondo le macellazioni a catena di animali da mangiare.

 

Dal 27 settembre al 3 ottobre i giovani attori della Compagnia dell’Accademia sono diretti da Giorgio Barberio Corsetti in Tiranno Edipo! da Sofocle, un viaggio visionario per quadri che rappresentano le origini della modernità e dell’“Io occidentale”. Due città: la città del mondo e la città interiore. «La città del mondo è l’umanità contaminata. Questo è l’esterno, un accampamento di migranti che non hanno un luogo dove stare – racconta Corsetti – Edipo può salvare il mondo, ma deve penetrare nella città interiore, nel cuore dell’Io, e portare a termine la sua indagine, sapere chi ha ucciso il Re». I personaggi sono tutti frutto di questo mondo interiore, una moltitudine di Edipi alla ricerca della verità.

Dall’1 al 3 ottobre è la volta del giovane regista Fabio Condemi con Jakob Von Gunten, ispirato al romanzo-diario di Robert Walser scritto nel 1909. L’azione si svolge all’interno di un istituto dove alcuni ragazzi imparano a servire l’Istituto Benjamenta, luogo simbolico di tortura e felicità, ambiguo e fantastico: qui gli allievi, tra questi Jakob Von Gunten, apprendono l’educazione alla rovescia, l’obbedienza fino alla dissociazione della personalità, al piacere di annullarsi. La drammaturgia si sviluppa attraverso accostamenti non narrativi di episodi, parole e immagini provenienti dal romanzo e dalle testimonianze sulla biografia dell’autore stesso.

 

Dal 22 dicembre al 5 gennaio in scena Studio da Le Baccanti di Euripide, nato come saggio di diploma è diventato un vero spettacolo. La regia di Emma Dante guida i giovani attori dell’Accademia alla comprensione di un testo, tanto lontano quanto terribile, incarnandolo nei loro corpi. «Un’opera del dio dello strepito di cui gli allievi si sono nutriti. E in cui riversano la loro energia, la loro gioventù, la loro freschezza», così il commento della regista palermitana che esplora attraverso la corporeità l’ebbrezza e l’euforia che le baccanti trasmettevano, rispettando il testo, i suoi ritmi e la sua scansione nella traduzione di Edoardo Sanguineti.