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“Il sogno di Ipazia”, quando erano i cristiani a uccidere

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 “Immaginate un tempo quando il più importante matematico e astronomo vivente era una donna.

Immaginate che abbia vissuto in una città così turbolenta e problematica come sono oggi Beirut o Baghdad.

Immaginate che questa donna abbia raggiunto la fama non solo nel suo campo, ma anche come filosofo e pensatore religioso, capace di attrarre un largo numero di seguaci.
Immaginatela come una vergine martire ma non per la sua Cristianità, ma da parte dei Cristiani perché non era una di loro.

E immaginate che il colpevole della sua morte sia stato accolto tra i santi più onorati e significativi della Cristianità.

Non avremmo dovuto sentirne parlare?

La sua vita non avrebbe dovuto essere nota a tutti?

Avrebbe dovuto essere così, ma così non è stato”. 

 

Torna in scena nella stagione 2016/2017 “Il sogno di Ipazia”, lo spettacolo scritto da Massimo Vincenzi interpretato da Francesca Bianco e diretto da Carlo Emilio Lerici.

L’incredibile successo ottenuto nelle scorse stagioni e la curiosità che ha suscitato a tutti i livelli hanno fatto diventare lo spettacolo un piccolo “caso” nel panorama nazionale. Basti pensare, infatti, che dal debutto nella prestigiosa cornice del Castello Odescalchi di Bracciano in occasione di Opere Festival 2009, lo spettacolo è stato ininterrottamente in scena per 7 anni collezionando oltre 250 repliche in tutta Italia. E nella prossima stagione estiva ed invernale lo spettacolo sarà ancora in scena a Roma e in tournée.

Su Facebook è attiva una pagina che ha già raccolto oltre 3000 iscritti. Lo spettacolo ripercorre la storia di Ipazia, filosofa astronoma e matematica pagana vissuta ad Alessandria d’Egitto a cavallo tra 300 e 400, donna-simbolo per generazioni di donne, amatissima dal pensiero femminista non solo per essere stata una delle migliori eredi del platonismo, scienziata di argute invenzioni, ma soprattutto per aver incarnato libertà e autonomia di pensiero in forme – possiamo dire oggi – moderne. Ma proprio per questo fu perseguitata e uccisa dai cristiani e per questo è diventata una figura simbolo nella cultura umanista e libertaria di tutti i tempi, da Voltaire in poi, protagonista di studi, riflessioni, opere d’arte, film.

L’autore del testo, Massimo Vincenzi, giornalista del quotidiano La Repubblica, ha già scritto per il teatro lo spettacolo “Bird è vivo”, e i monologhi “Gli occhi al cielo”, “La Regina senza corona”, “Alan Turing e la mela avvelenata”, “Ulisse e le sirene”, “Don Parker e Sancho Panza”, tutti diretti da Carlo Emilio Lerici, figlio del drammaturgo Roberto Lerici, che in questa occasione ha affidato la sua pluriennale esperienza al linguaggio forte ed espressivo del teatro narrato. In scena è la sola Francesca Bianco, da oltre trent’anni protagonista sulle scene italiane, la cui interpretazione di Ipazia ha suscitato un consenso e un plauso unanime. Fuori campo, ad interpretare il pensiero politico dell’autorità religiosa, è la voce di Stefano Molinari. Le musiche, che costituiscono un parte fondamentale dello spettacolo, sono state composte da Francesco Verdinelli, le videografie sono create da Giulia Amato.

 

dal 7 al 19 febbraio 2017

Teatro Due, vicolo dei due macelli