Home musica In uscita “The comfort zone”, il primo disco di Makai. Un suono...

In uscita “The comfort zone”, il primo disco di Makai. Un suono delicato ma non ingenuo di un autore che volteggia tra nord e mediterraneo

964

Fitte trame di suoni, parole e stati d’animo, un sapiente e ricercato equilibrio tra elettronica di stampo nordico e cantautorato intimista dal sapore più morbido e mediterraneo.

 

Esce nelle prossime settimane per INRI/METATRON “The Comfort Zone”, il primo disco di Makai. Dopo il primo EP “Hands” e un tour che lo ha portato nei club di tutta Italia fino al Sziget Festival, il primo full length di Makai continua a disegnare la mappa di un mondo da esplorare, a tessere atmosfere e paesaggi sonori differenti.

Un album che fa delle contraddizioni e contaminazioni il suo tratto distintivo, che crea una dialettica tra momenti contrari in una sintesi di geometrie techno e strumentali onirici, di spensieratezza e malinconia.

 

La comfort zone è uno stato psicologico dove si resta in contatto con persone, cose e ambienti familiari, preservandosi da ansie e paure.

Makai, al secolo Dario Tatoli, parte da questo concetto per muoversi in senso opposto, rifiutandolo: Detesto il concetto di comfort zone e detesto l’idea di non rischiare, di non spingersi oltre, di non provare. Volevo scappare, giocare con i suoni e sentirmi profondamente libero di interpretare dei brani in maniera differente.

 

Makai ha quindi abbracciato sonorità diverse dal suo solito immaginario, è diventato il sound designer di se stesso, elaborando armonie tra elementi apparentemente contrastanti e contrapposti.

 

Nascono così nove brani, nove quadri visivi in musica tutti cantati in inglese. Canzoni semplici ma dai testi toccanti e intensi, dai tessuti musicali ironici, sognanti e ipnotici allo stesso tempo.

Makai volteggia su nuvole di suono, passando dal loop ossessivo e avvolgente di kalimba di “Lazy Days”, soffiato inno alla pigrizia e all’armonia della semplicità, al canto sottile corredato da percussioni decise e chitarre sommerse di Hands, dove si celebra l’inizio di un viaggio dalla destinazione sconosciuta.

“The Comfort Zone” è al contempo leggero e profondo, sia musicalmente che testualmente: frutto di questo raffinato e delicato bilanciamento sono i campionamenti e il cromatismo quasi fotografico di Fire fall, l’autoritratto in forma di note di You, la malìa sonora di Clara. Si passa con eleganza dal vortice ossessivo e notturno di Night Shift alle risonanze techno ed elettroniche di ispirazione teutonica di Missed per atterrare, fluttuante, onirico e profondo su Later.

Chiude il viaggio la title track, The Comfort Zone: registrata in una vecchia demo nella sua mansarda e la sua chitarra classica, è semplice, privata, sporca, si fa emblema di quella zona di sicurezza da cui Makai fugge durante tutto il resto dell’album.