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“La ragazza Carla”, il poema sul lavoro per uno spettacolo intimo all’Argentina

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Dal 2 al 13 aprile dai palchetti del Teatro Argentina una manciata di spettatori (25 a rappresentazione) saranno accolti dai versi di un piccolo capolavoro letterario, ricco di umanità, LA RAGAZZA CARLA, poema che il poeta e scrittore Elio Pagliarani dedicò a una giovane ragazza trapiantata di colpo nel mondo del lavoro, al suo pieno ingresso nella vita. Il luogo è Milano, il tempo il dopoguerra. Su tutto la voce di Carla Chiarelli che, con seduttiva delicatezza, declama il poema in una versione teatrale semplice e molto sentita, una produzione Teatro di Roma. Raccolto, intimo, leggero, lo spettacolo punta sulla recitazione che si dipana dalla platea ai palchetti per condurre l’attenzione del pubblico sull’espressività dell’attrice, una performance corpo/memoria che getta un ponte tra il poema e il pubblico. Con la sua voce, Carla Chiarelli attraversa insieme al solo corpo tutta la vicenda, lasciandoci osservare la città, le ragazze Carla, i Pratek, gli Aldo che la popolano e quel modo di vivere Milano con i flussi scanditi da orari che svuotano e riempiono le vie, che riportano nel silenzio di grandi edifici creati solo per il lavoro.