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La Sicilia senza confini di Roberto Zappalà con “Instrument Jam”

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Una Sicilia senza confini e multiculturale, dove tradizione e contemporaneità si incontrano fino a fondersi in un miracolo di accoglienza. È Instrument Jam della Compagnia Zappalà Danza il titolo che il Teatro Comunale di Bologna propone martedì 24 e mercoledì 25 settembre alle 20.30 per la Stagione di Danza 2019 e che anticipa anche la quarta edizione del festival Bologna Modern. Lo storico spettacolo, tra i più rappresentativi della compagnia siciliana e anche il più rappresentato con oltre 100 repliche in dodici anni, ben incarna il temperamento unico del suo direttore e coreografo Roberto Zappalà – autore anche delle scene, delle luci e dei costumi – e unisce tre lavori del progetto Instruments creati nel corso di un decennio nel centro operativo di Catania, Scenario Pubblico. In questa nuova versione, che ha debuttato nel 2018 al Théâtre National Tunisien nell’ambito del programma “Italia, Culture, Mediterraneo” per poi fare il giro del mondo, sono aggregate le tappe dedicate a tre strumenti musicali che evocano la ricca tradizione isolana: il marranzano (o scacciapensieri) del virtuoso Puccio Castrogiovanni e i tamburi del percussionista Arnaldo Vacca, tipici del folclore siciliano, e l’hang, strumento inventato in Svizzera nel 2000, affidato al batterista Salvatore Farruggio. Una jam session coreografica dal travolgente timbro mediterraneo, con testi di Nello Calabrò e musica di Puccio Castrogiovanni, in cui sette danzatori, tutti uomini – Adriano Coletta, Alain El Sakhawi, Roberto Provenzano, Antoine Roux-Briffaud, Fernando Roldan Ferrer, Salvatore Romania, Adriano Popolo Rubbio – interpretano con vigore e fierezza il grande Sud per rileggerne con occhio moderno gli usi e i costumi di ieri e di oggi. 

«La Sicilia, come diceva Gesualdo Bufalino, non esiste – dice Roberto Zappalà – ci sono cento Sicilie e ognuna avrebbe bisogno di altrettante interpretazioni. Per interpretare servono gli strumenti e Instrument Jam se ne fa carico, nel senso letterale e metaforico, usando tre di questi, due tipici della terra siciliana, il marranzano e il tamburo a cornice, e il terzo, l’hang, lanciando reti sonore nel grande mare isolano carico di tante suggestioni profonde». 

Fondata nel 1990 da Roberto Zappalà e sostenuta dal MiBAC dal 1996 e dalla Regione Sicilia, la Compagnia Zappalà Danza è considerata una delle realtà più interessanti della danza contemporanea italiana. Si distingue per il repertorio ampio e articolato, frutto della sinergia fra Roberto Zappalà, il suo drammaturgo di riferimento Nello Calabrò e i danzatori che negli anni hanno permesso la realizzazione di oltre 60 produzioni, ospitate in tutto il mondo da teatri e festival di rilievo internazionale. Fra i riconoscimenti ricevuti annovera il Premio Danza&Danza Migliore produzione italiana per A. Semu tutti devoti tutti? nel 2009 e per La Nona (dal caos, il corpo) nel 2015. Dal 2002 la compagnia è residente a Catania presso Scenario Pubblico, struttura che ha consentito al coreografo di ampliare e approfondire il lavoro di ricerca coreografica e di radicarsi sul territorio. Roberto Zappalà, insieme al suo ensemble, è artista associato al Festival MilanOltre. Nel 2015 la Compagnia Zappalà Danza con Scenario Pubblico ha ottenuto dal MiBAC il riconoscimento di Centro Nazionale di Produzione della Danza.