Venerdì 22 luglio è stata aperta al pubblico la mostra: La Spina. Dall’Agro Vaticano a Via della Conciliazione, un percorso prima di tutto storico che narra allo spettatore il succedersi di cambiamenti urbanistici, architettonici, topografici del Quartiere dei Borghi di Roma; qui vengono raccontate le trasformazioni nel rapporto tra la Città e il l’isolato ospitante San Pietro attraverso i diversi ponti, fisici e metafisici, distrutti dal tempo e dalle scelte urbanistiche o ancora presenti, che hanno permesso il passaggio della popolazione romana da quartieri appartenenti essenzialmente al vissuto cittadino quotidiano ad altri legati al simbolismo, alla cultura e all’appartenenza pagana in un primo momento e allo Stato Vaticano – dopo, un passaggio questo che va a definire la valenza e il valore di San Pietro e la città del Vaticano per i cittadini, e la città di Roma le cui scelte urbanistiche sono andate per un momento sempre più ad integrare nel tessuto urbano una realtà lasciata antecedentemente ai margini al di là del Tevere e poi nuovamente ricacciata negli stessi. Da queste considerazioni La Spina della Mostra curata da Laura Petacco e Claudio Parisi Pericce, un filo conduttore rispecchiante da una parte la forma allungata del Quartiere dei Borghi e dall’altra il simbolo della spina, un corpo estraneo inserito in un contesto organico da cui se ne tenta l’estromissione.
La mostra mira così a proporre un itinerario storico, urbanistico e architettonico che porti lo spettatore a rivivere gli eventi principali che hanno condotto la città di Roma alla conformazione presente alla data del Giubileo del 1950, si succedono lungo il percorso disegni d’autori sconosciuti e di altri maggiormente conosciuti, dipinti, fotografie, reperti archeologici, plastici, mappe cartografiche, visori stereoscopici, video in un itinerario costruito su tre tappe principali: “Prima della Spina” in cui viene portata in superficie l’origine pagana e maggiormente isolata della zona ante medioevo, quella delle ville suburbane di Agrippina e Domizia; “La Spina dei Borghi”, in cui lo spettatore viene accompagnato entro la riqualificazione urbana rinascimentale con la modifica e nascita di strade principali quali Via Alessandrina, di borghi, piazze, palazzi e cortili dalla bellezza classica quali ad esempio Piazza Scossacavalli e Piazza Rusticucci; ed infine “Cavare “La Spina” a San Pietro” in cui questa Spina raccontata nella Mostra viene estrapolata tra l’’800 e la prima metà del ‘900 dal contesto urbano attraverso lavori di demolizione dei diversi luoghi colleganti il Borgo Vecchio e Nuovo.
Una mostra stimolante la cui volontà di raccogliere un ampio spettro temporale rischia il superficiale, ogni epoca infatti viene appena accennata e i diversi materiali e le diverse opere di cui la mostra è arricchita rendono piacevole, interessante un percorso che per essere svelato in tutta la sua potenza avrebbe avuto bisogno di maggiore spazio espositivo e artefatti storici, rimane nonostante ciò una buonissima proposta culturale di cui la città di Roma dispone per far luce sulla storia e sul rapporto che intercorre e che è intercorso tra una Roma più pagana e allo stesso tempo sacra e una Roma maggiormente popolare e laica.