Home teatro “La telefonata” di Tiziana Tomasulo: essere esilaranti sulle proprie fragilità

“La telefonata” di Tiziana Tomasulo: essere esilaranti sulle proprie fragilità

955

La Compagnia Lafabbrica, il 3 e 4 marzo alle ore 21.00 e il 5 marzo alle ore 18.00, presenta, in forma di studio, al Teatro Biblioteca QuarticcioloLa telefonata di Tiziana Tomasulo (autrice finalista al Premio Hystrio-Scritture di Scena – 2014, finalista al Premio Riccione per il Teatro – 2015 e vincitrice del il Premio del Direttore al Premio Nazionale Giovani Realtà del Teatro – 2016) con Ramona Nardó per la regia di Fabiana Iacozzilli (premi: Le Voci dell’anima; Il palio poetico-musicale Ermocolle; Donna Mostra Donna; Newcontaminate Art Festival; Teatri Abitati; Undergroundzero Festival a New York e il Play Festival nel 2013; 2009 è finalista al Premio Scenario).

Il primo studio su La telefonata (una produzione Lafabbrica in collaborazione con Sycamore T Company, TSI La Fabbrica dell’attore – Teatro Vascello e il Centro Artistico Internazionale Il Girasole con il sostegno di Kollatino Underground, Ass. Ex Lavanderia e Clossa Lab) fa parte di un progetto più ampio che prevede la messa in scena di uno spettacolo tratto dai racconti e dalle drammaturgie di Tiziana Tomasulo dal titolo Da soli non si è cattivi, che debutterà nella sua forma definitiva a maggio 2017 presso il Teatro Vascello di Roma.

I personaggi che descrive l’autrice sono esilaranti nella loro lucida cattiveria e lasciano intravedere quelle pulsioni profonde di cui ogni essere umano si vergogna. Ci si trova dunque di fronte a una donna che dopo la morte di sua figlia chiede insistentemente alla sorella di uccidere la propria per ritornare a essere uguali, a un uomo che decide di uccidere perché non più in grado di trattenere la pipì e, a una coppia che vive la relazione d’amore unicamente per dimostrare all’altro di essere il migliore tra i due.

Ne La telefonata, la protagonista è una donna su un divano. È circondata da semplici oggetti quotidiani: una stufetta, un bollitore, una lampada, degli yogurt… nel silenzio della casa solo i rumori degli oggetti e lei sul divano. Lei che mangia e pensa, sul divano. Lei che, come Amleto, è attanagliata da un dubbio: “chiamo la donna che amo per chiederle di uscire oppure no?”.  Un’azione apparentemente semplice da fare ma che porterà la nostra eroina a interrogarsi per ore (forse per anni, forse per millenni) sul suo essere o non essere all’altezza di farla, sul suo essere o non essere all’altezza di accettare un semplice “no, grazie. Arrivederci”.

 

 

Teatro Biblioteca Quarticciolo

Via Ostuni 8

e 4 marzo ore 21.00; 5 marzo ore 18.00