L’Accademia Filarmonica Romana riparte con la musica dal vivo da domenica 9 maggio in Sala Casella (via Flaminia 118) con il nuovo progetto Lessico Schumann a cura di Oreste Bossini, sei incontri la domenica pomeriggio alle ore 17 fino al 6 giugno (cui si aggiunge un appuntamento giovedì 3 giugno alle 19.30) per far luce sulla poliedrica personalità artistica di uno dei più importanti musicisti del periodo romantico e della storia della musica.
Gli incontri si terranno nel rispetto delle linee guida delle disposizioni anti-Covid.
Giornalista e scrittore, collaboratore di Rai Radio3 e di numerose istituzioni musicali italiane, Bossini sceglierà alcune parole emblematiche del rapporto di Schumann con il mondo, “come se fossero un filo d’Arianna da seguire per non smarrire la strada nei meandri di una musica sempre emotivamente tumultuosa” spiega lo stesso giornalista. Negli incontri, il racconto si alterna alla musica di Schumann e di autori a lui cari (troveremo Johannes Brahms e Franz Liszt, ma anche composizioni di sua moglie Clara Wieck), affidate a giovani interpreti italiani.
“La musica di Robert Schumann non parla all’umanità, si rivolge sempre a una singola persona che le sta di fronte – prosegue Bossini –. È una musica del ‘Du’, del pronome che definisce l’altro in rapporto a noi, interlocutore indispensabile di un dialogo intimo, riservato, complice. Schumann, come tutti i poeti, mette a nudo il suo cuore di fronte a ciascuno di noi, preso singolarmente come persona, e non a una massa indistinta d’individui anonimi. Nella forma che assume di volta in volta la musica, Schumann ci racconta il suo mondo, formato da molteplici esperienze, idee, sensazioni, rapporti, mitologie, immagini, sentimenti”. Un labirinto di pensieri dunque, che si cercherà di ‘riordinare’ attraverso alcune parole chiave che daranno il titolo a ciascun incontro.
Nel primo incontro di domenica 9 maggio (ore 17), le parole prescelte sono “Farfalle e sfingi”. Si parte dunque dalla immagine della farfalla che ricorre più volte nell’estetica di Schumann. La farfalla è il simbolo della trasformazione e come tale è spesso evocata anche nei romanzi di Jean Paul, suo scrittore di riferimento, in particolare nel capolavoro Flegeljahre, un libro che per Schumann era come la Bibbia. Ad accompagnare il racconto, due sue celebri pagine pianistiche Davidsbündlertänze op. 6 e Carnaval op. 9 affidate al talento della giovanissima pianista Lavinia Bertulli. Classe 1999, diplomatasi a soli 16 anni al Conservatorio Cherubini di Firenze, attualmente studia alla Scuola di Musica di Fiesole e ha frequentato masterclass con i più importanti pianisti di oggi. Ha tenuto concerti in diverse sedi, fra cui Casa Menotti a Spoleto, Teatro Carlo Felice di Genova, Teatro Alighieri di Ravenna, Teatro La Fenice di Venezia, Teatro Sociale di Como, Villa Pignatelli a Napoli. Ed è proprio Schumann a segnare uno dei suoi debutti più importanti, solista del Concerto per pianoforte e orchestra op. 54 con l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino diretta da Fabio Luisi; tra i più recenti riconoscimenti ricordiamo il Premio Crescendo e il Premio Venezia.
L’incontro successivo sarà scandito dalla parola Enigma (16 maggio), che ricorda l’attrazione di Schumann per i giochi di parole, gli anagrammi, i linguaggi segreti, come sono i codici che più volte ha usato nelle sue composizioni per legare i nomi delle persone alle note musicali. La destinataria della maggior parte della sua fantasia simbolica è ovviamente Clara, cardine della sua vita intellettuale e affettiva. Attorno a lei, si è sviluppato un intreccio di riferimenti privati, di omaggi impliciti, di dialoghi segreti rintracciabile nei lavori sia di Clara stessa che di Robert…
Seguiranno gli appuntamenti Affinità elettive (23 maggio) che prende spunto dal celebre romanzo di Goethe per raccontare il legame intellettuale, spirituale e artistico fra Robert e Clara; Fantasia (30 maggio) parola che attraversa tutto il mondo di Schumann, in cui innumerevoli suoi lavori recano un’allusione, nel titolo o all’interno del pezzo, alla dimensione del fantastico; Poesia (3 giugno) racconterà l’inscindibile rapporto di musica e poesia che anima la sensibilità di Schumann, il più fecondo e importante autore romantico di musica vocale; Pazzia (6 giugno) infine ricorderà lo spettro della malattia mentale affacciatosi ben presto nella mente di Schumann, e che ciclicamente segnerà la sua tormentata esistenza, alternandosi a momenti di eccezionale creatività e ispirazione artistica.
Tanti i giovani musicisti chiamati a raccolta: ben sette pianisti (Lavinia Bertulli, Costanza Principe, Marina Pellegrino, Michele Giorgi, Giulia Loperfido, Maddalena Giacopuzzi, Ludovica Vincenti), cui si aggiungono il clarinetto di Alice Cortegiani, il violino di Ivos Margoni, la viola di Matteo Rocchi e i violoncelli di Ludovica Rana e Stefano Bruno.