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L’Arte diventa esperienza digitale unica grazie al Google Cultural Institute, anche in Italia

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Il Google Cultural Institute si apre alle Arti dello Spettacolo con un nuovo un nuovo spazio virtuale – accessibile su g.co/performingarts – realizzato in collaborazione con più di 60 istituzioni culturali di tutto il mondo, per permettere agli utenti di vivere un’esperienza digitale unica, interamente dedicata al teatro, alla danza e alla musica.

Video a 360 gradi degli spettacoli, immagini panoramiche di Street View e mostre digitali daranno accesso agli utenti a palcoscenici iconici come il Carnegie Hall, la Filarmonica di Berlino e l’Opera Garnier di Parigi e, in Italia, il Teatro dell’Opera di Roma, il Teatro di San Carlo di Napoli, il Teatro della Pergola di Firenze e il Museo del Violino di Cremona.

_SPP6708 (1) lightIn particolare la collaborazione con Fondazione Teatro di San Carlo e MeMUS, Museo e Archivio Storico del Teatro di San Carlo permette di assaporare la storia del Teatro più antico d’Europa e considerato tra i più belli ed apprezzati al mondo. Questa collaborazione offrirà un’esperienza particolarmente ricca e coinvolgente che permetterà al pubblico di vivere appieno la magia di uno degli storici teatri italiani. La sezione del Google Cultural Institute dedicata al Teatro di San Carlo e MeMUS raccoglierà, inoltre, più di 100 immagini dell’archivio storico e una mappatura di immagini Street View che consentiranno di scoprire gli interni del Teatro e di MeMUS.

Inoltre grazie a una ricca mostra digitale – Verdi al San Carlo – la storia del Teatro di San Carlo prende vita sulla piattaforma del Google Cultural Institute. L’Archivio Storico del Teatro di San Carlo conserva un fondo – recentemente digitalizzato – di bozzetti e figurini di allestimenti verdiani che partono dal 1944, con una storica Aida firmata dallo scenografo e costumista Cesare Maria Cristini, cui seguono quello di Roberto Scielzo (1950) ed un terzo ancora di Cristini (1969), che fu responsabile degli allestimenti scenici del Teatro, firmando numerose produzioni fino agli anni Settanta: tra queste, Giovanna d’Arco (1951), Il Trovatore (1968), Un ballo in maschera (1972). L’estroso Attilio Colonnello mette in scena Luisa Miller nel 1963. Ancora pittorica è La Forza del destino di Nicola Benois (1973), e così il Falstaff di Georges Wakhévitch (1974), che non venne realizzato, mentre al suo posto inaugurava la stagione lirica 1974-1975 il Falstaff di Cesare Maria Cristini.

_SPP6769 (1) lightIl Google Cultural Institute continua così nel suo impegno di portare l’arte e i tesori culturali online, rendendoli accessibili agli utenti di qualsiasi parte del mondo. La nuova sezione “Arti dello spettacolo“, accoglierà oltre 60 istituzioni culturali di oltre 20 Paesi, con più di 100 storie interattive per un totale di 8.000 contenuti tra foto, video e altri documenti.

Il Google Cultural Institute si occupa di sviluppare tecnologia con l’obiettivo di promuovere e preservare la cultura online. Tutti i progetti del Google Cultural Institute sono frutto di collaborazioni strette con importanti partner italiani ed internazionali: musei, fondazioni, siti di interesse culturale, archivi e altre istituzioni che gestiscono i contenuti di cui sono proprietari, all’interno delle piattaforme tecnologiche messe a disposizione da Google.