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“Peter Pan guarda sotto le gonne”, l’identità di genere e i bambini

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Venerdì 19 gennaio nella Sala Thierry Salmon del Teatro Arena del Sole andrà in scena Peter Pan guarda sotto le gonne, con la regia di Liv FerracchiatiLa giovane regista presenta in un’unica data a Bologna questo lavoro, primo capitolo della Trilogia sull’Identità, un’indagine sul tema dell’identità di genere.

Dalla stesura e realizzazione di questo progetto nasce nel 2015 “The Baby Walk”, una compagnia che utilizza diversi linguaggi e indaga il rapporto tra cinema-teatro e tra danza-parola. Per “The Baby Walk” “ogni progetto, anche se legato agli altri, è un “punto e a capo”; si ricomincia, si rimette in discussione tutto dalla base, per questo i lavori proposti e realizzati possono anche essere differenti gli uni dagli altri, ma conservano una matrice comune. The Baby Walk, in questo senso, vuole essere un crocevia pulsante di idee e azioni”.

Il testo di Peter Pan guarda sotto le gonne nasce dalla collaborazione con Greta Cappelletti, giovane drammaturga diplomata alla Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano nel 2014.

Peter Pan guarda sotto le gonne è un viaggio alla scoperta della propria identità, intrapreso da un bambino che cresce in un corpo femminile. Peter ha undici anni e mezzo, lunghi capelli biondi, ed è nato femmina; Peter ama giocare a calcio ma quando si sente osservato finge di giocare a pallavolo. Wendy è una ragazzina di tredici anni, è mora ed è molto brava a giocare con l’hula hoop, e ogni tanto si concede qualche sigaretta. Ben presto tra i due nasce una intensa amicizia, qualcosa che entrambi percepiscono e non sanno spiegarsi.

A far luce su quanto sta accadendo sarà Tinker Bell, una fata senza bacchetta magica, che è l’unica vera confidente di Peter e la sola capace di svelargli la sua vera natura.

Lo spettacolo ricostruisce il delicato punto di vista infantile e adolescenziale nell’identificazione del proprio genere sviscerandone aspetti raramente affrontati. In particolare, si riflette sul fatto che le persone trangender non sono sempre state degli individui adulti e che il disagio di avere un corpo che non rispecchia la percezione di sé si manifesta fin dai primi anni di vita.

La celebre fiaba scritta dallo scozzese James Matthew Barrie è lo spunto per riflettere sul ricordo del nostro Peter Pan, quel ragazzo che voleva restare bambino per non diventare un uomo, questa volta anche in senso biologico. Il desiderio di non crescere mai viaggia parallelamente con l’esperienza della dicotomia fra corpo e mente.

Lo spettacolo si inserisce nell’ambito della rassegna “Teatro Arcobaleno”, progetto educativo per diverse generazioni espressamente rivolto a infanzia, adolescenza, famiglie e insegnanti il cui obiettivo principale è sensibilizzare il pubblico sui temi che riguardano le differenze di genere.