Al Teatro Ghione di Roma, da giovedi 13 a domenica 16 febbraio 2020,lo spettacolo “Romeo e Giulietta”di William Shakespeare ,regia Selene Gandini,con : Agostina Magnosi, Federico Occhipinti, Fabrizio Raggi, Marta Nuti, Matteo Fiori, Francesco Buttironi, Andrea Amato, Caterina Gramaglia, Marco Usai, Elvira Scalzi, Luca Alfonsi, Marinella Giraldi, Filippo Lemma. Avventurarsi nel mondo Shakesperiano è un’impresa difficile. Non sappiamo mai davvero dove ci porterà la creazione di una scena perché il verso del “Grande Bardo” contiene strade differenti , a volte opposte , che noi di volta in volta interpretiamo come specchio della nostra vita, del nostro sguardo sul mondo e i suoi attori . Ci addentreremo in un’immaginaria gabbia che costringe i personaggi a vivere e sopravvivere; una prigione per uccelli di diversa specie, che si guardano, si cercano, si combattono, si amano e si uccidono . La città di Verona è come se fosse il mondo intero intrappolato dalle sue leggi e Romeo e Giulietta sono vittime di questa costrizione. L’umanità vive in cattività per mano di una società che non accoglie, non ascolta e non comprende i reali bisogni dell’individuo. L’ordine apparente, creato dal potere e dalle sue leggi, trasforma la realtà a suo piacimento, offrendole la maschera dei diritti e dei doveri, privandola del suo vero aspetto. Nell’opera di Shakespeare i protagonisti sono i giovani, quella
parte di umanità incompresa e schiacciata e con la morte di Mercuzio, Tebaldo,
Romeo e Giulietta, assistiamo alla sconfitta di un mondo, che oggi come allora,
decide e agisce senza sentire. La gabbia soffoca il desiderio di volare, tarpa le ali alla libertà di ciascuno ,mettendo in luce le relazioni e i momenti di solitudine, facendo emergere i diversi comportamenti che l’uomo ha in pubblico o nel suo privato. E’ un un luogo di passaggio, un luogo di vita permanente, una struttura che osserviamo da lontano e in cui potremmo finire. C’è chi si sentirà artefice di questa prigione, c’è chi la vivrà come naturale condizione, c’è chi la subirà, c’è chi la combatterà, ma è solo scendendo dal palcoscenico che capiremo come distruggerla. La gabbia si trasformerà di volta in volta nella camera di Giulietta , nella sala da ballo dove i due protagonisti s’incontrano per la prima volta, sarà il luogo di scontro tra Montecchi e Capuleti fino a mutare il suo aspetto divenendo cripta e ospitando la morte dei i due giovani amanti .Il nostro progetto ha come finalità quella di porre l’attenzione sulle mancanze che la società e il suo potere ha avuto ed ha ancora sull’uomo ed in particolare nei confronti dei giovani. Ancora oggi assistiamo impotenti alle decisioni che il potere ha sulla vita delle persone ed è per questo che all’interno della
compagnia di attori è stata scelta come protagonista un giovanissimo talento,
un’attrice di 14 anni ( l’età di Giulietta).Sarà lei a parlare ai suoi coetanei, al mondo degli adolescenti, che ancora oggi vive con dolore il fatto di non essere ascoltato, accettato, aiutato, ma si rivolgerà anche al pubblico degli adulti, che dovrebbe sentirsi responsabile della gabbia di cui a volte è artefice. Shakespeare ancora una volta ci da la possibilità di riflettere sui temi universali dell’uomo, del suo sentire e del suo agire e noi cercheremo di farlo al meglio delle nostre possibilità.