A duecento anni dalla nascita di Herman Melville desideriamo ricordare il genio americano attraverso il romanzo sicuramente più celebre e celebrato dell’autore: Moby Dick o la balena. Racconta del mare e del suo mistero creando un’esperienza di teatro puro: cerca di lasciare allo spettatore l’impossibile meraviglia di sentirsi raccontare una grande storia. Una voce narrante femminile (perché femmina sono il mare e la natura) porta il pubblico sulle assi del Pequod, la celebre nave baleniera, insieme a Ismaele, Quiqueg e al capitano Achab, alla ricerca di quella creatura tra il biblico e il mitologico entrata a tutti gli effetti nell’immaginario collettivo con il nome di Moby Dick.
“Con un bel gesto filosofico Catone si getta sulla spada -afferma Daniela Giovanetti – io cheto cheto mi metto in mare”. Ismaele ci assomiglia, “ogni volta che il malumore si fa tanto forte in me mi metto in mare, questo è il mio surrogato alla pistola e alla pallottola”. Anche noi come lui siamo salpati dal nostro porto, le tavole del palcoscenico, verso la Grande Balena e sebbene naufraghi siamo qui a raccontarvi il viaggio”.
Note di Alessandro Di Murro
Un progetto ambizioso prodotto dalla compagnia teatrale “Gruppo della Creta” che vede affiancarsi generazioni eterogenee con l’obiettivo di costruire una comunicazione efficace e di grande livello artistico ed emotivo. All’esperienza e alla grande professionalità di Daniela Giovanetti, Gianni Guardigli e Norina Angelini, si affiancano le energie e la carica di sperimentazione tecnica e comunicativa dei giovani artisti Alessandro Di Murro ed Enea Chisci. L’aspetto musicale è inoltre impreziosito dall’utilizzo dei brani di Vinicio Capossela, dedicati alla balena bianca, che gentilmente il cantautore ha concesso di rendere drammaturgia sonora.