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“Scusate se non siamo morti in mare”, ci si interroga sulla migrazione

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All’interno della settimana in sostegno del Teatro dell’Orologio il Centro Teatrale MaMiMò porta a Roma il lavoro Scusate se non siamo morti in mareIn scena al Teatro India il 3 marzo, il testo si interroga sulla migrazione, sia come fenomeno politico che come evento naturale.
Da un cartello esposto da alcuni immigrati durante una manifestazione a Lampedusa che recita “Scusate se non siamo morti in mare” lo spunto per questo studio teatrale.
In un futuro non troppo lontano la crisi economica ha trasformato l’Europa in un continente di emigranti. I cittadini europei, alla ricerca di un lavoro e di un futuro migliore, cercano di raggiungere i paesi più “ricchi”, ma devono farlo clandestinamente perché questi paesi, nel frattempo, hanno chiuso le frontiere. Fra i tanti mezzi per espatriare illegalmente uno dei più diffusi è il container: i clandestini salgono a bordo, pagano mille dollari alla partenza e mille all’arrivo, senza sapere dove verranno scaricati.
I personaggi di questa storia sono quattro e non hanno nome, sono identificati dalle loro caratteristiche fisiche: il Robusto, la Bella e l’Alto sono i tre migranti e il Morbido è il proprietario del container.

 

3 marzo 2017
Teatro India Sala A
ore 19.00