Il rapporto tra la realtà, la scena e la creazione contemporanea continua ad essere il terreno d’esplorazione della sesta giornata di Short Theatre 2018 che si apre alle 18.30 con l’inaugurazione dell’installazione Leave the Kids Alone, fra le prime assolute di questa edizione del festival. Realizzata dalla compagnia VicoQuartoMazzini, l’opera parte dal testoAeroplani di carta dell’autrice rumena Elise Wilk e affronta il delicato tema del bullismo. Leave the Kids Alone è un’esperienza immersiva, un’installazione dove convivono elementi visivi e sonori che appartengono all’universo infantile e adolescenziale. Una stanza dei giochi, richiamo dei luoghi dell’infanzia, dove s’insinua l’elemento sonoro, una registrazione che racconta la storia di Miki, un adolescente bullizzato da alcuni coetanei che, per uscire da quella situazione, deciderà di compiere un gesto estremo. Lo spettatore si ritroverà ad ascoltare il dramma come se fosse una favola raccontata a dei bambini ancora alle prese con il mondo dei giochi, come una premonizione che si staglia su di loro, come una cassa di risonanza volta a smuovere le radici profonde del suo primo incontro con la violenza. L’opera, che sarà visitabile ogni giorno fino al 15 settembre dalle 18.30 alle 22 alla Pelanda, è uno dei progetti vincitori del bando di produzione promosso da PAV, Short Theatre e Teatro i nell’ambito di Fabulamundi Playwriting Europe.
Alle ore 19 invece andrà in scena il settimo personaggio in cerca d’autore, ovvero PierGiuseppe Di Tanno, unico attore in scena per la nuova produzione di Fortebraccio Teatro. In Sei. E dunque, perché si fa meraviglia di noi? Il regista, autore e attore più volte Premio Ubu Roberto Latini torna a confrontarsi con Luigi Pirandello attraversando la condizione meta-teatrale dei sei personaggi pirandelliani, per incontrarli nell’epifanica smania che li porta in scena.
Data unica, l’11 settembre, anche per The art of a culture of hope del duo Jessica Huber e James Leadbitter (The Vacuum Cleaner). I due artisti, in collaborazione con Baobab Experience, hanno svolto un laboratorio con un gruppo di richiedenti asilo, nel quale, con i contributi personali dei partecipanti, hanno rimesso in circolo una nuova narrazione rispetto al futuro, che oggi è contraddistinta da paura e rassegnazione. The art of a culture of hope a Short Theatre 2018 è una delle tappe di un progetto più ampio che include diverse azioni artistiche, tese a rigenerare l’immaginario sul futuro.
La realtà irrompe in modo ancora più esplicito, drammatico e intimo attraverso l’opera prima di Filippo Michelangelo Ceredi, Between Me and P., in cui l’artista affronta la delicata vicenda autobiografica della sparizione volontaria del fratello maggiore, lasciando parlare i materiali visivi e audio di un archivio, le elaborazioni video dell’artista e la sua presenza scenica. Pietro sparì nel 1987 all’età di 22 anni, senza lasciare tracce. Dopo 25 anni, Filippo, il fratello minore, ha avviato una lunga ricerca per tentare di avvicinarsi a lui e capire cosa lo portò alla decisione di sparire. La ricerca è un tentativo di portare luce su un’assenza silenziosa e pervasiva, e la sua elaborazione scenica è una possibilità di trasmettere una storia che parla profondamente al presente individuale e collettivo. Un ritratto di Pietro è tracciato passo dopo passo, emergono aspetti divergenti della storia e la decisione di lasciarsi tutto alle spalle diventa più leggibile. Nel corso della narrazione Filippo dispone sul pavimento oggetti provenienti dall’archivio: stampe d’epoca, libri e altri materiali sono usati per costruire lo spazio in cui proverà, come atto finale di un rituale, a riportare nel corpo ciò che a lungo è stato celato nella quotidianità.
A completare il quadro della programmazione della sesta giornata di Short Theatre 2018, si susseguiranno le attività al Little Fun Palace di OHT e di Bad Peace.