Al Vascello l’associazione Sosta Palmizi e i Dejà donné hanno portato uno spettacolo introspetivo, andato in scena dal 4 al 6 dicembre 2015, formato da due momenti coreografici diversi.
Il primo si intitola “Lasciati amare“, nato in occasione della inaugurazione del Teatro Zadonai di Rovereto nel 2014, e vede Giorgio Rossi danzare per una rosa, sì, per una rosa bianca alla quale sembra dedicare i passi che va via via scoprendo, come fosse un bambino che scopre se stesso e il mondo mentre cresce. Così, durante questo assolo garbato e delicato, l’immagine del Piccolo Principe di Saint-Exupéry con la sua rosa non può non tornare alla mente.
“Da dove nascono le stelle“, invece, è interpretata da Elisa Canessa e Fabritia D’Intino, un duo disomogeneo che cattura l’attenzione e fa sì che in ogni istante ci si chieda: cosa succederà dopo? Entrambe le piéce usano, oltre al movimento, delle parole ma le parole non sono sempre parole affermative, assertive. A volte ampliano il discorso presentato dalla danza, a volte sono in contrasto con l’espressività corporea, altre volte lanciano dei segnali, altre ancora sono solo un brusio d’intermezzo fra un passo e l’altro, una pausa, un respiro, oppure aprono degli spiragli nel pensiero, solcano le profondità dell’anima.
Questi due lavori di Giorgio Rossi non sono affatto pesanti – in molti momenti anche divertenti – e portano lo spettatore ad interrogarsi e sognare alternatamente, a pensare poeticamente.