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Torna “La merda” di Cristian Ceresoli con Silvia Gallerano

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Dopo aver vinto l’oscar del teatro europeo e registrato un enorme successo in tutto il mondo, l’opera, che ha varcato i confini del teatro e che il pubblico segue quasi fosse un concerto rock, prosegue il suo interminabile tour anche nel 2018. Dopo i Sold Out di Bruxelles e Milano, andrà in scena a Gorizia, Roma, Firenze, Catania e Palermo mentre nel 2019 sarà a New York. Nel frattempo cresce l’attesa per il debutto di Happy Hour, la nuova lisergica scrittura rock di Cristian Ceresoli, in Prima Nazionale al Teatro Metastasio di Prato dal 30 Ottobre al 4 Novembre 2018.

 

Giunta al suo sesto anno di tour, La Merda ha trionfato al Fringe Festival di Edimburgo nel 2012 dove ha sconvolto e conquistato il pubblico e la critica vincendo, tra gli altri, il Fringe First Award for Writing Excellence per la scrittura assegnato a Cristian Ceresoli (primo autore italiano a ricevere questo premio), il The Stage Award for Acting Excellence per l’interpretazione a Silvia Gallerano (prima attrice italiana a ottenere questo riconoscimento) e l’Arches Brick Award for Emerging Art.

 

L’opera ha registrato il tutto esaurito al Festival di Edimburgo sia nel 2012 sia nell’edizione successiva del festival nel 2013, proseguendo poi le repliche con straordinario successo ad Adelaide, Copenaghen, Roma, Madrid, São Paulo, Milano, Glasgow, Berlino, Vilnius, Vancouver e nel celeberrimo West End di Londra: sei anni consecutivi di tutto esaurito ovunque, nonostante una sottile e persistente censura, in particolare in Italia.

 

Il testo è stato tradotto in inglese, in greco, danese, ceco, spagnolo, gallego, portoghese brasiliano, norvegese, svedese e francese, mentre è in corso di traduzione in numerose altre lingue. È stato pubblicato in edizione bilingue Italiano–Inglese dalla Oberon Books di Londra nel 2012 e nel 2017 in Italia da Gallucci HD.

 

La Merda si manifesta come un poetico flusso di coscienza nel quale si scatena la bulimica e rivoltante confidenza pubblica di una “giovane” donna “brutta” che tenta con ostinazione, resistenza e coraggio, di aprirsi un varco nella società delle Cosce e delle Libertà.

 

L’interprete, nuda, sotto una luce stretta e fredda, sta su un piedistallo, tiene il microfono tra le mani, mugugna l’inno nazionale e poi dà sfogo al proprio flusso interiore. Insegue il suo obiettivo con seriosa ferocia da belva e lucida determinazione assassina. Spesso emergono dalla partitura letteraria delle maschere vocali o personaggi che prendono possesso della sua voce.

 

Il testo ha come spinta propulsiva il disperato tentativo di districarsi da un pantano o fango, ultimi prodotti di quel genocidio culturale di cui scrisse e parlò Pier Paolo Pasolini all’affacciarsi della società dei consumi. Quel totalitarismo, secondo Pasolini, ancor più duro di quello fascista poiché capace di annientarci con dolcezza.

l’11 al 13 maggio, all’Auditorium Santacroce di Spin Time Labs, via di Santa Croce in Gerusalemme 55. Venerdì 11 e sabato 12 ore 21.00 – Domenica ore 18.00.