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Una storia iraniana sotto gli occhi dell’Occidente, questo è “Chiudi gli occhi” al Teatro India

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Paride Cicirello (Xavier) e Vincenzo D'Amato (Abu Meddin) in
Paride Cicirello (Xavier) e Vincenzo D'Amato (Abu Meddin) in "Chiudi gli occhI" - foto di Serafino Amato

Dal 10 al 15 maggio al Teatro India va in scena la storia di Ameneh raccontata attraverso gli occhi di un Occidente che si misura con l’incubo della violenza sulle donne. Chiudi gli occhi è lo spettacolo scritto e diretto da Patrizia Zappa Mulas, una produzione del Teatro di Roma, che porta sul palcoscenico l’Occidente ai tempi dell’Islam con gli allievi della Scuola di Teatro e Perfezionamento professionale del Teatro di Roma.

Islam e Occidente, noi e loro. Teheran, novembre 2004. Ameneh Bahrami ha ventisei anni e studia ingegneria elettronica. Majid Mohavedi si innamora di lei e la chiede in moglie. Lei rifiuta, lui le lancia una bottiglia di acido solforico sul viso, la sfigura e le brucia gli occhi. Ameneh si appella alla Shari’a, la legge islamica, e ottiene, alla fine di un processo, il diritto di versare negli occhi di Majid quaranta gocce di acido solforico: è la legge del taglione. Una norma arcaica che acquista un significato dirompente in un regime che chiude un occhio sulla pratica tribale dell’acidificazione che è tornata in uso dopo la Rivoluzione Islamica. E soprattutto in una giurisdizione nella quale una donna vale la metà di un uomo: grazie ad Ameneh il valore del corpo femminile è sancito da Dio, e il lancio dell’acido diventa un reato a tutti gli effetti. L’opinione pubblica occidentale esulta, fino al momento in cui Ameneh annuncia la sua decisione di non perdonare Majid – solo la parte lesa ha diritto di graziare un condannato – e di eseguire l’accecamento. E qui la coscienza occidentale va in crisi.

Chiudi gli occhi ricostruisce questa storia attraverso lo sguardo di quell’Europa civile e generosa che si confronta con la propria coscienza e con l’incubo della violenza tra i sessi. A Barcellona, dove Ameneh si è trasferita per curarsi, i tre responsabili dell’Associazione contro le pene corporali che l’hanno finora sostenuta, si trovano all’improvviso uno contro l’altro. È il 14 maggio 2011, il giorno in cui Ameneh è stata convocata a Teheran per eseguire la sentenza. L’ombra della vittima che diventa carnefice si allunga su di loro e fa esplodere contrasti a lungo covati. Fede civile si mescola a private infedeltà, il tradimento politico al gioco degli affetti. Amore, amicizia, valori comuni si rivelano pervasi di competizione, di razzismo, ma anche di ridicole debolezze personali, in una cosa contro il tempo alla Hitchcock per fermare l’esecuzione.

«Il tema è grave, una violenza che genera una catena di mali. È la cronaca di una sconcertante vicenda giudiziaria in Iran. Ma il testo ne raccoglie solo la notizia. – commenta l’autrice e regista Patrizia Zappa Mulas – I personaggi in scena non sono la vittima e l’aggressore, ma i loro testimoni, che palleggiano torti e ragioni come in una partita di ping pong, generano bolle acide e ogni tanto perdono il controllo, inciampano come pagliacci. Vittima e carnefice prendono via via corpo dentro di loro, attraverso di loro: prima li raccontano, poi li incarnano. E alla fine ciascuno diventa ciò che odia. Non sono un coro, semmai messaggeri esausti e stizziti che portano alle nostre orecchie qualcosa di osceno. Questo è l’incarico degli attori, entrare e uscire da quegli inconcepibili fantasmi iraniani. “Chiudi gli occhi” ci costringe nella parte dei giurati in un processo fuori controllo che ci fa perdere via via la capacità di emettere un verdetto. Fa inciampare anche noi. È una commedia».

Lo spettacolo è l’esito del laboratorio condotto da Patrizia Zappa Mulas per la Scuola di Teatro e Perfezionamento Professionale del Teatro di Roma. Durante le rappresentazioni, il pubblico sarà supportato e affiancato da un percorso di avvicinamento al mondo islamico attraverso un articolato programma di letture, incontri e documentari. Primo appuntamento il 9 maggio (ore 21) con Dalla rivoluzione islamica alla fine dell’embargo, 35 anni di Cinema Iraniano di Italo Spinelli; mentre il 10 maggio (prima dello spettacolo) proiezione del documentario Rough cut di Firouzeh Khosrovani e conversazione con Bijan Zarmandili dal titolo Divagazioni intorno all’Iran; infine dall’11 al 14 maggio (prima dello spettacolo) Les vent des amoureux, poema in lingua farsi di Albert Lamorisse recitato in italiano da Sara Pallini.

Chiudi gli occhi
scritto e diretto da Patrizia Zappa Mulas
con gli allievi della Scuola di Teatro e Perfezionamento professionale del Teatro di Roma: Paride Cicirello, Vincenzo D’Amato, Alice Spisa, Jacopo Uccella
scene Francesco Zito
costumi Virginia Gentili
assistente alla regia Antonietta Bello
assistente volontario alla regia Stefano Scialanga
produzione teatro di roma

Teatro India
Lungotevere Vittorio Gassman (già Lungotevere dei Papareschi) – Roma

Botteghino: tel. 06.684.000.314/311 – www.teatrodiroma.netUfficio promozione: tel 06.684.00346

Orari e date spettacolo:
10 – 11 – 13 maggio ore 19.00
12 e 14 maggio ore 21.00
15 maggio ore 17.00