Sono partita di sera è una storia “lieve, lieve” come l’anima della donna che la racconta.
Una storia su una Roma che non c’è più e di cui si sente la mancanza, così come manca la voce della più grande artista romana di tutti i tempi: Gabriella Ferri.
Lo spettacolo è un omaggio a lei: attraverso le canzoni di Gabriella Ferri, la donna sul palco si racconta con voce splendida e potente.
E’ la storia di ciò che è perduto: la storia di una donna che ha regalato 1000 volti e 1000 canzoni ad una Roma che non le ha ridato in cambio neanche una Via, una Piazza, un vicoletto.
E’ il racconto a ritroso del coraggio spensierato di una ragazza che vendeva le lamette per strada, che aveva le scarpe con la para e che aveva un padre che ballava, che era il “mejo tacco de trastevere”. Quante storie simili ha visto Roma? Tante. Ma quante avevano quegli occhi azzurri e malinconici e quella voce possente e vellutata?
Solo una!
Una donna che si sentiva “sempre a metà”, ma che è stata la più grande voce che Roma ci abbia mai regalato, e per intero.
La verità di Gabriella è solo sua. “La verità è quella che è utile per vivere”, scriveva di sua mano. Ed ancora: “E’ il dramma della mia fragile ricerca di un po’ di speranza fra i fantasmi che il mondo mi ha donato: la miseria, la paura, il tentativo di credere, la paura del male”.
In questa Pièce si ricerca il cuore e l’urgenza delle sue parole e delle sue canzoni.