“Un capolavoro. Pippo Di Marca realizza il suo spettacolo più bello… ” Franco Cordelli, Corriere della Sera 31/12/15
Un uomo e una donna vivono da soli in una casa solitaria vicino al mare e una sera aspettano a cena una vecchia amica di lei. Non si vedono da vent’anni. Con l’uomo di lei non si conoscono. Quando l’amica arriva si crea un triangolo apparentemente classico. In realtà è come se tutto il loro mondo, sia della coppia che dell’ospite, deflagrasse. Niente è più come prima. Nessuna cosa o impressione o ricordo è certa. Tutto è ambiguo, vagamente panico. E’ come se la loro vita, i loro ricordi fossero inconsistenti, improbabili, addirittura irreali, cioè impossibili, come se tutto si sfarinasse e andasse in rovina irreparabilmente, se il sentimento, qualunque sentimento, non potesse avere più forma o senso o credibilità o dicibilità. E il finale è sospeso, come le loro vite: sospeso dalla stessa vita: un rebus che non ha conclusione. Lunghi silenzi, pause, lapsus, scene montate come flashback cinematografici: dietro tutto questo si nasconde l’angoscia dei tre personaggi sopraffatti dallo scorrere del tempo, intrappolati nella stanza dove si svolge il dramma. Celata dietro l’apparenza di una innocente e realistica commedia, mano a mano il testo offre uno scenario diverso in cui, attraverso l’uso del linguaggio, emerge tutta la drammaticità dell’incomunicabilità fra i personaggi. Nei fitti dialoghi, carichi di ambiguità, di pause e di silenzi, si scorgono tratti del teatro beckettiano, così come si percepisce l’anticipazione di tanta parte della più recente produzione drammaturgica.
3, 4 e 5 Novembre 2016 – ore 20.30
TEATRO PALLADIUM – Roma Piazza Bartolomeo Romano 8