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Centrale Montemartini, culla di opere di inestimabile bellezza

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Dal 1 giugno l’esposizione permanente della Centrale Montemartini accoglierà dei nuovi unici capolavori che amplieranno la ricca collezione di opere classiche. L’iniziativa è promossa dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali di Roma Capitale ed è organizzata da Zètema Progetto Cultura.

Il percorso alla scoperta delle nuove opere comincia dal piano terra con il corredo funerario di Crepereia Tryphaena, rinvenuto nel 1889 durante la costruzione del Palazzo di Giustizia nel quartiere Prati. La scoperta fu accolta con entusiasmo dalla comunità scientifica. Addirittura Giovanni Pascoli, commosso dalla straordinarietà dell’evento, vi scrisse una poesia. Il ritrovamento è di due sarcofagi uno contenente il corpicino di Crepereia, una giovane fanciulla prossima alle nozze, come dimostrato dal ricco corredo che portava con sé. Tra gli oggetti preziosi è stata rinvenuta una bambolina d’avorio, anch’essa con un piccolo corredo e risalente al II secolo d.c.

Il percorso prosegue conducendo i visitatori davanti a  tre splendidi mosaici: il ”Mosaico con labirinto e cinta muraria”, il ”Mosaico con scena nilotica” e il ‘‘Mosaico con leone e amorini“. quest’ultimo, esemplare di bellezza e raffinatezza dell’artigianato classico. Il mosaico rappresenta tre eroti intenti ad ammansire un leone che giace sulla riva d’un corso d’acqua; sullo sfondo è presente una figura maschile, ciò che resta di un simulacro di Dioniso che nel ‘700 un restauro trasformò in un Ercole in vesti femminili, il preciso intento di ricondurre l’addomesticamento del leone all’episodio mitico dell’asservimento amoroso di Ercole alla regina Onfale.

Superato il pianterreno, si giunge nella sala macchine in cui è possibile ammirare la testa-ritratto in basanite di Agrippina minore, in prestito dalla Gliptoteca Ny Carlsberg di Copenaghen fino a gennaio 2017. Vicino alla testa, è posta la statua di ”Orante” delle Collezioni Capitoline, anch’essa in basanite, difatti la storia dei due reperti è molto curiosa.Dopo più di un secolo, studi scientifici hanno dimostrato la pertinenza tra la statua e il ritratto, rilevando anche un preciso punto di attacco tra le due opere. La collezione della Centrale Montemartini non potrà che giovarne da queste novità che aggiungono un implemento importante e affascinante a una collezione numerosa, ma monotona, accorciando le distanze tra altri musei simili.

Edoardo Latessa