La Sala Santa Rita, nell’ambito della V edizione di Autunno Contemporaneo, presenta La bellezza e la ruggine di Alessio Deli all’interno di un ciclo di tre mostre di artisti che, in modi differenti, si rivolgono al tema del sacro e della sacralità inteso come memoria originaria, ma anche come fondamentale istanza antropologica. Non sempre, infatti, l’arte sacra è rivelativa del sacro, ma sempre il sacro nell’arte dà voce a questa innata dimensione esistenziale dell’uomo, così da rendere l’arte una manifestazione fondamentale del processo d’identità umana e culturale.
Le installazioni site specific nella Sala Santa Rita di Roma sono dedicate alla riflessione sul rapporto tra arte contemporanea, sacro e sacralità, analizzando e contestualizzando il concetto di arte sacra moderna, sottolineando attualizzazioni, tendenze diverse e talvolta conflitti nel rapporto fra arte e sentimento del sacro e della sacralità.
Alessio Deli ha ideato dunque un incontro misterioso tra epoche e stili differenti, in un’installazione che lavora sulla memoria e sulla nostalgia in cui è presentato un ciclo di sculture recenti che fondono sacralità, classicità e avanguardia.
Deli così interviene nei suggestivi spazi della ex chiesa di Santa Rita facendone dialogare l’impianto barocco con le presenze plastiche e angeliche di opere che evocano antiche liturgie, memorie rinascimentali ed elementi di forte contemporaneità, nel mistero di un misticismo legato allo splendore delle figure femminili.
Deli coniuga con maestria la grazia misteriosa e celestiale delle donne rinascimentali scolpite da Francesco Laurana, da Verrocchio o da Jacopo della Quercia alla ricerca sui nuovi materiali e sui materiali di recupero nata col Futurismo e giunta fino all’Arte Povera e oltre, in una ricerca che ha avuto il suo apice nell’opera di Alberto Burri insieme a quella di Ettore Colla, Mimmo Rotella e Jannis Kounellis. La capacità del giovane artista, infatti, non è solo quella di lavorare con il ready-made in senso installativo, ma anche di creare un’armonia tra il polimaterismo e la sua capacità di modellare e comporre le anatomie e i volti, con una qualità formale da scultore antico che nella sua leggerezza si redime da ogni possibile accademismo evidenziando invece una finissima intensità di immaginazione e realizzazione iconica. Le opere di Deli si trasformano così in una vera e propria sublimazione sacrale della materia brutale del mondo, degli scarti della civiltà postindustriale e delle cose neglette, consumate dal tempo e dall’uso, abbandonate ai margini delle nostre città, in un’azione di redenzione degli oggetti scartati, che vengono riscattati dalla loro condizione di inutilità, per trasformarsi negli abiti sontuosi di figure metaforiche che portano con sé allusioni enigmatiche. Così, così come un fiore nato in luoghi contaminati e in rovina, la grazia spirituale delle donne di Deli sboccia dal metallo arrugginito e dalla materia corrosa, metafora di una bellezza che trova sempre la sua via di rinascita.
In occasione della mostra sarà pubblicato un catalogo con un testo del curatore Lorenzo Canova e una poesia inedita di Marco Lodoli ispirata alle opere di Alessio Deli.
Dal 13 al 26 Novembre 2016
Inaugurazione sabato 12 novembre ore 17
Sala Santa Rita
via Montanara (adiacenze piazza Campitelli).
dal 13 al 26 Novembre 2016