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La materia e il colore: “Esercizi in libera variazione” di Léon Akwadal

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Léon Akwadal, artista poliedrico francese, sarà ospite dal 18 Marzo fino al 30 Marzo alla Galleria d’arte contemporanea Art  G.(enerazione) A.(rt) P.(oetica) con “ Esercizi in libera variazione”,  esposizione che raccoglie diverse delle sue opere ultime.11698739_1006858576026027_7864335600816890668_o

Il visitatore più accorto scoprirà questo piccolo angolo della roma trasteverina tra i negozi e le attività di Via di San Francesco a Ripa, qui si potrà sedere godendo delle ottime proposte che via via vanno andranno susseguendosi tra le pareti della galleria d’avanguardia curata da Sergio Angeli, Luigi Cervone, Lorena Peris, Pasquale Nero Galante, Claudio Orlandi, Andrea Barazzutti e Marcello Spada.17353615_1240936559352231_6832976985760226381_n

Ad accompagnare lo spettatore nel corso dell’ evento ci sarà della buona musica, per l’occasione francese, che spazierà da Edith Piaf alle sonorità odierne; la voce del pittore, scultore – disponibile e cordiale – potrà far luce su diversi aspetti dei suoi stessi quadri.17352537_1240936406018913_1531484042831055535_n

Il lavoro artistico qui esposto mostra un percorso di ricerca in cui la tela diviene un supporto, uno spazio vuoto con infinite possibilità di essere-  accolte dall’artista nella creazione, nella composizione, nella nascita della materia e del colore;  la tela  viene scavata, colmata, svuotata, stratificata con l’aiuto di pialle e materiali quali ad esempio le garze, e quello che possiamo notare è come questo permetta alla visione d’insieme uno sguardo maggiormente concreto in cui l’opera si svela non solo come creazione generata da un pennello ma come forma performata che si fa strada ergendosi fino a noi.

La tela si fa roccia erosa dal tempo, sabbia levigata dall’acqua, esperienza modellata dai ricordi in cui il colore, compagno fedele della materia, ci invita al viaggio, conducendo colui che osserva in luoghi reali – stanze politiche, visioni cristiane, la barca dell’ultimo pescatore di Anguillara, la piccola sedia di Van Gogh – e allo stesso tempo in luoghi ben distanti dal reale e dalle sue regole; in questo percorso ciò che funziona è proprio un ossimoro, uno sberleffo verso le leggi della fisica e della materia stessa, la creazione di un mondo diverso e allo stesso tempo ancorato a questo; l’artista gioca con la sua stessa arte con umorismo, inventiva, ispirazione andando a creare dei territori conosciuti e altri maggiormente astratti che possono conservare in sé elementi figurativi e appigli come fossero il bandolo della matassa a cui segue il labirintico percorso di linee e strutturazioni cromatiche.17309076_1240936129352274_1085452153481237332_n (1)

Il lavoro sulle linee, perfette nella loro imperfezione e a tratti irrealtà, permette visioni in contrasto in cui un elemento stonato da il LA allo sforzo immaginativo, salto che permette l’accesso ad un universo cromatico sottoposto alle leggi della fantasia e dell’Arte, del ricordo e della multidimensionalità del tempo e dello spazio; tra segni, materia sfaldata, microcosmi di colore che raccontano una storia.17309588_1240936552685565_2135181192312203045_n (1)

Una mostra da vivere in una sinestesia musicale, visiva, tattile in cui il colore, la forma, la struttura vanno integrandosi dando vita a qualcosa di altro attraverso un linguaggio tanto astratto quanto figurativo, narratore di una quotidianità svelata raccolta dall’esperienza.