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Mahler e Beethoven aprono la stagione sinfonica bolognese

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Si avvia anche la Stagione Sinfonica “ON” 2018 del Teatro Comunale di Bologna, giovedì 1° febbraio alle 20.30 nella Sala Bibiena, con un concerto di particolare intensità che coinvolge l’Orchestra e il Coro della Fondazione guidati dal Direttore musicale Michele Mariotti, impegnati – nella prima parte – in due pagine corali di Beethoven, Elegischer Gesang in Mi maggiore per coro ed archi op. 118 e Meeresstille und glückliche Fahrt, Cantata per coro ed orchestra op. 112, quindi nella Sinfonia n. 4 in Sol maggiore di Gustav Mahler con il soprano Christiane Karg, considerata fra le voci più interessanti e affascinanti della scena attuale. Maestro del coro è Andrea Faidutti.

Pagine corali mature di Beethoven, l’Elegischer Gesang (“Canto elegiaco”) op. 118 e Meeresstille und glückliche Fahrt (“Calma di mare e felice viaggio”) op. 112 furono scritte nello stesso anno, il 1814. Intriso di soave malinconia, il Canto elegiaco è un epitaffio musicale: il testo, che invita all’accettazione del dolore luttuoso per la scomparsa della moglie del dedicatario barone Pasqualati, è forse del poeta Ignaz Franz Castelli. Diverso il clima del secondo brano, Meeresstille und glückliche Fahrt, scritto da Beethoven durante il periodo di gran fermento culturale legato al Congresso di Vienna e basato su due poemi di Johann Wolfgang von Goethe, dedicatario dell’opera, che ritraggono un’esperienza da questi vissuta durante il suo viaggio in Italia nel 1787: mentre Goethe navigava al largo di Capri il vento svanì, lasciando l’imbarcazione in balia delle correnti e a rischio di naufragio; proprio quando tutto sembrava perduto, la tragedia fu scampata poiché il vento tornò a spirare. Beethoven costruisce un brano musicale unico, costituito da due sezioni nettamente contrastanti che, tra l’altro, sembrano presagire la futura Nona Sinfonia. Composizione conclusiva del primo ciclo di lavori sinfonici di Mahler, la Quarta rispecchia nei contenuti le esperienze precedenti: anche qui infatti l’ultimo movimento è basato su un Lied della raccolta Des Knaben Wunderhorn (“Il corno magico del fanciullo”) che i poeti Achim von Armin e Clemens Brentano avevano selezionato e pubblicato a inizio Ottocento. In Das himmlische leben (“La vita celeste”), affidato alla voce di soprano, un bimbo descrive la sua allegra e spensierata utopia di vita ultraterrena; le immagini del testo sono smentite però dal tessuto musicale che rivela il loro essere sinistri presagi: l’opulento banchetto celeste non è altro che una inquietante visione grottesca, la quale, filtrata dagli occhi ingenui della fanciullezza, vorrebbe nascondere la tragicità della morte.