Lo scrittore statunitense Thomas Howard, autore noto per la sua conversione dal protestantesimo al cattolicesimo, diventato un convinto e strenuo apologeta della fede
cattolica, è morto giovedì scorso in una casa di riposa a Beverly, nel Massachusetts, all’età di 85 anni.
Cresciuto in un importante famiglia evangelica americana, Howard divenne episcopaliano intorno ai 25 anni, per abbracciare poi la fede anglicana ed entrare infine nella Chiesa cattolica nel 1985, all’età di 50 anni. Per motivare la sua conversione, Howard ha citato l’influenza di grandi scrittori cattolici come John Henry Newman, Ronald Knox, G.K. Chesterton, Romano Guardini, il cardinale Joseph Ratzinger, Karl Adam, Louis Bouyer e Sant’Agostino. Howard ha raccontato la sua conversione nel libro autobiografico “Guidami, dolce luce. Il mio viaggio a Roma” (Gribaudi, 2006, a cura di Edoardo Rialti). Nel libro Howard trasmette con chiarezza il suo cammino di fede dal protestantesimo al cattolicesimo. Howard è stato un professore di letteratura inglese per quasi 40 anni Come studioso è noto per i suoi saggi sullo scrittore britannico C.S. Lewis, che aveva incontrato nel 1961. Tra i suoi libri “Narnia e oltre. I romanzi di C. S. Lewis” (Marietti, 2008). Accolto fin dalla sua prima uscita nel mondo anglosassone come uno dei contributi più
belli e decisivi per la comprensione delle storie di Lewis, il libro di Thomas Howard è un saggio critico del tutto speciale. In esso infatti il lettore non studia Lewis, ma torna ancora una volta a viaggiare insieme a lui nei mondi fantastici da lui raccontati nelle sue fiabe e romanzi, assistendo con “rinnovato stupore alla vastità della creazione, alla lotta del bene e del male, al valore unico del racconto mitico e fantastico”.