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L’Italia delle culle vuote, si nasce meno che nel 1861

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Il dato Istat è, per sua natura, freddo come il ghiaccio. I commenti dei politici di ogni schieramento no, invocano misure. Come se la tendenza fosse nuova, come se intervenire fosse facile, come se di politiche a sostegno della famiglie – necessarie ma non sufficienti sulla base dell’esperienza, perché il nodo è soprattutto culturale e di costume – non fossero sul tavolo da anni. Ma restiamo ai numeri. Le nascite in Italia sono in caduta libera: nel 2015 sono state 488mila, quindicimila in meno rispetto al 2014. È stato toccato il minimo storico dalla nascita dello Stato Italiano., dunque dal 1861, per intendersi. Si conferma il quinto anno consecutivo di riduzione della fecondita’. Dal momento che i decessi l’anno scorso sono stati 653mila, ne deriva una dinamica naturale della popolazione negativa per 165mila unità, dunque il ricambio generazionale non solo non viene più garantito da nove anni ma continua a peggiorare (da -7mila unita’ nel 2007 a -25mila unita’ nel 2010, fino a -96 mila nel 2014). “Aldila’ delle ragioni di fondo che stanno ostacolando, dopo il 2010, una significativa ripresa della natalita’ nel Paese – avverte l’Istat – e’ opportuno ricordare che il recente calo delle nascite è in parte riconducibile alla trasformazione strutturale della popolazione femminile in età feconda (15-49 anni). Non si riscontrano incrementi di natalità in alcuna regione del Paese. Le cifre sulla composizione delle nascite per cittadinanza della madre (italiana/straniera) mostrano che si va riducendo anche il contributo delle cittadine straniere alla natalità. I nati da madre straniera, infatti, scendono a 93mila ossia oltre 5 mila in meno (-5,4%) del 2014. Quelli da madre italiana scendono a 394mila riducendosi di oltre 9 mila (-2,4%). Dunque neppure l’immigrazione frena il processo di denatalità. Nel frattempo la popolazione invecchia. Gli ultrasessantacinquenni sono ormai 13,4 milioni, il 22% del totale. In diminuzione risultano sia la popolazione in eta’ attiva (15-64 anni) sia quella fino a 14 anni di eta’. Nel complesso, l’età media della popolazione aumenta di ulteriori due decimi, arrivando a 44,6 anni. L’Istat rileva anche che nel 2015 è diminuita la speranza di vita. Alla nascita quella degli uomini si attesta a 80,1 anni, con una riduzione di 0,2 sul 2014; quella delle donne invece è di 84,7 anni, in calo di 0,3.