Mentre in Italia il 30 settembre si apre il primo Festival del Medioevo, il mondo degli studiosi dell’età di mezzo perde uno dei suoi protagonisti su scala mondiale. Lo storico britannico Colin Platt, che con i suoi studi ha contribuito a cambiare la negativa percezione diffusa del Medioevo, è morto a Littlehempston, nel Devon, all’età di 81 anni. Tra i suoi volumi di maggior successo L’atlante dell’uomo medievale, tradotto in tredici lingue. Colin Platt iniziò la carriera di docente di storia all’Università di Leeds, per proseguirla poi a Southampton. Grande appassionato della storia medievale, lo studioso era dotato di una scrittura brillante, che ha messo a servizio di una vasta ricerca multidisciplinare. Utilizzando le fonti archeologiche, documentarie e letterarie, Platt ha contribuito in maniera determinante a rileggere sotto molti aspetti il Medioevo e a sfatare i tanti luoghi comuni presenti nell’opinione pubblica anglosassone su quelli che si usano definire i “secoli bui”. Tra i libri di Colin Platt Le città medievali inglesi, Il Medioevo inglese, Le chiese parrocchiali inglesi durante il Medioevo, L’architettura del Medioevo inglese, La morte del re. La peste nera, La vita monastica nel Medioevo e I castelli nel Medioevo.
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