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“Urban Human”, la personale di Andrea Capanna a Galleria 28

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Un ritratto per immortalare il presente, che si ispiri al passato, da tramandare nel futuro. Un progetto affascinante e senza tempo quello promosso dalla titolare di “Galleria 28 Piazza di Pietra” Francesca Anfosso e del curatore Gianluca Marziani, nel contesto della mostra di successo “Urban Human”, la personale di Andrea Capanna visitabile sino al 30 dicembre 2016. A disposizione di curiosi e appassionati di arte è proprio la sua particolarissima tecnica, protagonista della mostra in questione: la stratificazione su base lignea di cemento, calce, sabbia e intonaco, depositati e dipinti per strati, lavorati con carta vetrata, spatole e spazzole di acciaio.

“I volti di Capanna – spiega Gianluca Marzialeribadiscono un’aura e una distanza necessaria, mantenendo così la memoria nel suo habitat flemmatico e pigramente solenne. Materiali semplici e tecniche muscolari danno forma a un ritratto sospeso, al confine tra durezza materica e fluidità cerebrale, in perfetta sintonia con i paesaggi pittorici dell’artista. Il volto come parte umana del paesaggio urbano”.

Tele come muri, muri come opere d’arte. Un approccio inedito che mescola archeologia e cultura urbana. A partire da martedì 6 dicembre, ore 18:30, l’artista sarà a disposizione per la realizzazione di ritratti unici al mondo. Per l’occasione sarà possibile posare per un fotografo, scatto da cui si partirà per la fase creativa e produttiva di Andrea Capanna. Ma sarà anche possibile vedere e farsi ispirare dalle trenta opere esposte, divise in due sezioni: “urban” e “human”.

I MURI DIVENTANO QUADRI – Nei quadri della serie “Urban”, l’Artista propone Roma come protagonista centrale dello sguardo, rappresentandola secondo scorci suggestivi e inediti, sul filo di una “cementificazione” al contrario che ritrova la complessità del Novecento italiano e reinventa la bellezza cruda dell’essenza archeologica. “Andrea Capanna vive e lavora a Roma. E non poteva essere altrimenti – spiega il Curatore della mostra Gianluca Marziani nel catalogo della mostra – vi basterà un solo quadro per comprendere le origini di unattitudine mineralizzata, biologicamente e archeologicamente romana. Unappartenenza, però, senza retorica, in cui Roma non è più solo un soggetto tematico, in cui lo sguardo ragiona dentro la metafisica della rovina con il suo metabolismo incessante. Un viaggio pittorico che “usa” Roma per scrivere la propria storia (lartista con le sue visioni private) attraverso le propaggini della grande Storia (la Capitale con tutto il suo portato imperiale)”.

IL RUOLO DEL “PROFILO” – Nella sezione “Human”, invece, Capanna riprende il “motivo” del ritratto di profilo, un genere ad oggi poco utilizzato ma largamente diffuso in epoca rinascimentale, nell’antica tradizione dei cammei e nelle monete. “Quei volti sono spesso di profilo – aggiunge Marziani – e ribadiscono unaura e una distanza necessaria, mantenendo così la memoria nel suo habitat flemmatico e pigramente solenne. Materiali semplici e tecniche muscolari danno forma a un ritratto sospeso, al confine tra durezza materica e fluidità cerebrale, in perfetta sintonia con i paesaggi pittorici dellartista. Il volto come parte umana del paesaggio urbano…”