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La Civiltà Cattolica smentisce Umberto Eco,

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I Gesuiti della “Civiltà Cattolica” smentiscono Umberto Eco (1932-2016) sulle emozioni di Gesù. Nel romanzo “Il nome della rosa” il monaco cieco Jorge di Burgos, citando Giovanni Crisostomo, sostiene che “Cristo non ha mai riso”.
“Un’affermazione così perentoria non solo sembra escludere categoricamente che Gesù di Nazaret possa ridere, ma mette in discussione la sua stessa umanità, che implica la capacità di partecipare alla totalità dell’esperienza umana, inclusa la possibilità di sperimentare tutta la gamma degli affetti e delle
emozioni”, sostiene Vincenzo Anselmo, biblista e docente presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, in un lungo articolo che appare sul nuovo numero della rivista “La Civiltà Cattolica” della Compagnia di Gesù dal titolo “Le emozioni e gli
affetti di Gesù. Una analisi dei Vangeli sinottici”.

Al contrario di ciò che sostiene il filosofo e scrittore Umberto Eco, come ricorda la Costituzione pastorale ‘Gaudium et spes’ del Concilio Vaticano, citata da Anselmo, “il Figlio di Dio ha lavorato con mani
d’uomo, ha pensato con intelligenza d’uomo, ha agito con volontà d’uomo, ha amato con cuore d’uomo. Nascendo da Maria Vergine, egli si è fatto veramente uno di noi, in tutto simile a noi fuorché il peccato”.

Commenta la rivista dei Gesuiti: “In effetti i Vangeli ci presentano un ritratto molto umano di Gesù, capace di gioire e di piangere, di commuoversi e di arrabbiarsi, di indignarsi e di amare, di stupirsi e di sentire angoscia. Egli si definisce ‘mite e umile di cuore’, ma è
anche ardente di zelo quando scaccia con veemenza i venditori dal tempio”. Così l’articolo della “Civiltà Cattolica” apre “una finestra sull’interiorità di Gesù così come ci è stata trasmessa dai Vangeli sinottici. La descrizione più vivida e più ricca di sfumature delle
emozioni e degli affetti di Gesù si trova nel Vangelo di Marco, mentre Matteo e Luca sono più sobri, ma non meno significativi, nell’esprimere l’interiorità del Figlio di Dio”.