Con Allarmi!, in scena dal 5 al 17 dicembre al Teatro delle Passioni di Modena, Davide Sacco e Agata Tomsic, in arte ErosAntEros, proseguono il loro percorso di ricerca che, a partire da una riflessione sul ruolo dell’artista nella società contemporanea, si focalizza su un teatro impegnato, affrontando temi di forte attualità e rilevanza politica. Fondamentale per questo lavoro, l’incontro con Emanuele Aldrovandi, uno dei più brillanti giovani drammaturghi italiani.
Allarmi! narra le vicende di un gruppo di terroristi che vuole sovvertire con la violenza il potere costituito: diffondono le proprie idee e cercano proseliti attraverso la rete, preparano fisicamente i corpi a fare la rivoluzione. Non credono nella democrazia, odiano gli immigrati e vogliono instaurare una nuova dittatura in Europa. Nella sua cameretta, un leader molto particolare, tesse un piano per fissare il proprio nome nella storia per l’eternità.
«Quando a fine 2014 stavamo ideando il nostro nuovo spettacolo – afferma la compagnia – una serie di fatti di cronaca ha fatto scattare la scintilla: “vogliamo parlare di neofascismo”, ci siamo detti; di questo spaventoso fenomeno che continua a interessare l’Europa e il mondo, e che grazie alla crisi economica e all’immigrazione incalzante dai paesi colpiti da fame e da guerre, sta riscuotendo impennate populiste sempre più preoccupanti, sia a livello locale che internazionale.
A differenza dei nostri precedenti lavori, abbiamo deciso di volerci confrontare questa volta con un autore vivente e creare assieme a lui una narrazione, sulla quale innescare i dispositivi performativi che sono propri del nostro fare teatrale. Per questo abbiamo chiesto a Emanuele Aldrovandi di scrivere un testo per noi. È stato un incontro fondamentale e la collaborazione che ne è nata ha sorpreso tutti e tre. […] Ne è nato un lavoro pungente e ironico, che vuole lasciare lo spettatore libero di riflettere e di decidere lui stesso chi condannare o chi salvare. Gli attori-performer fluiscono in molteplici ruoli attraverso un gioco di scambi repentini, scavalcando i confini tra i piani del racconto, la finzione teatrale e i suoi retroscena. Gli artifici teatrali diventano così parte integrante della narrazione, a volte enfatizzando il pathos della recitazione fino a trasformarla in parodia».